Sono passati 96 anni dal 17 ottobre 1926, una data che i tifosi granata collegano ad un avvenimento particolarmente significativo per la loro squadra del cuore.
Quel giorno fu infatti inaugurato lo stadio del Toro, il famoso “Filadelfia”, alla presenza del principe ereditario Umberto, di Maria Adelaide e di oltre 15mila cittadini. L’arcivescovo di Torino, Monsignor Giuseppe Gamba, ebbe il compito di benedire la nuova costruzione.
Il 24 marzo di quello stesso anno il conte Enrico Marone di Cinzano, allora presidente della squadra, si era recato in comune per chiedere la concessione edilizia per la costruzione di un impianto sportivo che permettesse alla sua squadra di giocare e allenarsi in piena autonomia.

La scelta del posto

Il terreno fu scelto in una zona periferica per risparmiare sui costi di acquisto. Il progetto fu predisposto dal professor Miro Gamba, ingegnere e docente del Politecnico di Torino, oltre che convinto tifoso granata. I lavori furono eseguiti dalla ditta del commendatore Riccardo Filippa e durarono 5 mesi, con un costo complessivo di due milioni e mezzo di lire. Numeri che oggi potrebbero stupire, se solo si pensa che per la costruzione dello stadio che dovrà sostituire San Siro sono previsti quasi sette anni.

La Gazzetta del Popolo, il giorno prima dell’inaugurazione, dedicò un articolo all’imminente evento: “Domani verrà inaugurato il nuovo campo del Torino F.C. La cerimonia, alla quale la presenza delle maggiori autorità cittadine conferirà un carattere di solennità, è considerata dalla vasta famiglia sociale di uno dei più popolari e gloriosi sodalizi sportivi italiani, come una festa intima. A coronamento di un lungo sogno e di un rapido lavoro di costruzione”.

Il 18 ottobre, invece, La Stampa pubblicò in quarta pagina un articolo su due colonne intitolato “15.000 persone all’inaugurazione del nuovo campo del Torino”. Parlando di “una festa di luce e di colori” e riportando la cronaca della partita che si era giocata fra Torino e Fortitudo-Roma. L’incontro, valido per la terza giornata di campionato, terminò quattro a zero per i piemontesi. Con doppiette di Rossetti II e Libonatti fra il 70simo e l’83esimo minuto. Arbitro era Rigoletto Trezzi di Milano.

Le specifiche del Filadelfia

Il nuovo stadio copriva una superficie di 38mila metri quadrati e aveva una capienza totale di 15mila spettatori, con tribune in legno e ghisa e gradinata in cemento. Il muro che circondava la struttura era alto due metri e mezzo.
La struttura portante era in cemento armato, mentre quella delle tribune era composta da pilastri che sostenevano una rete longitudinale di capriate trasversali in legno con pannelli di eternit.
Sotto le tribune si trovava l’appartamento del custode oltre a quattordici stanze utilizzate per i giocatori, per l’arbitro, per l’infermeria e la direzione.

Nel 1928 fu aggiunta la biglietteria e nel 1932 la gradinata della tribuna fu ingrandita portando la capienza totale a 30.000 spettatori.

Durante la seconda guerra mondiale lo stadio riportò seri danni ad opera dei bombardamenti del 1943 e 1944 e richiese importanti lavori di ristrutturazione. Tornando poi ad ospitare le partite casalinghe del Torino fino al 1963: ultima partita ufficiale fu la semifinale di ritorno della Mitropa Cup giocata contro gli ungheresi del Vasas e vinta per 2 a 1 il 19 giugno 1963.
A partire dalla stagione successiva, i Granata si trasferirono al Comunale.

Seguirono poi complesse vicende fino alla realizzazione del centro sportivo Filadelfia fra il 2015 e il 2017. Ma questa è una storia a sé, da raccontare magari in altro momento.

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