Ad aprile, le avventure di Topolino si tingeranno di piemontese, un omaggio al dialetto torinese che si aggiunge alle edizioni in catanese, fiorentino, milanese e napoletano. Questa iniziativa non solo valorizza le tradizioni locali, ma regala anche un pizzico di orgoglio ai piemontesi, che vedono finalmente il loro idioma protagonista del celebre fumetto.
Un progetto nato all’Università di Torino
La traduzione dell’edizione piemontese è stata affidata a un docente esperto di lingua piemontese dell’Università di Torino, con la supervisione di Roberto Regis, professore specializzato in dialetti locali. Regis assicura: “C’è da divertirsi! Abbiamo rispettato le sfumature linguistiche del piemontese, mantenendo l’autenticità dei dialoghi senza stravolgere i personaggi principali”.
Quali segreti nasconde questa edizione?
Il massimo riserbo avvolge i dettagli dell’edizione in piemontese. Non sappiamo se Pippo diventerà Flipot o se Pluto avrà un nome tutto nuovo. Anche tradurre termini moderni si è rivelato complesso, ma il risultato promette di essere unico. Una curiosità su Qui, Quo e Qua: il loro nuovo nome piemontese resta top secret!
Perché il dialetto nel fumetto?
Questa scelta si inserisce in una strategia culturale che punta a valorizzare le identità regionali italiane, avvicinando i lettori alle loro radici linguistiche. Dopo Milano, Napoli, Firenze e Catania, Torino conquista il suo spazio nell’universo Disney, con un’attenzione particolare alla cultura piemontese.
Cosa aspettarsi?
Tra storie avvincenti e battute in dialetto, l’edizione promette di far sorridere grandi e piccoli, rendendo omaggio alla tradizione e dimostrando che il dialetto può essere moderno e inclusivo. Preparatevi, neh!