Nel carcere di Asti nei giorni scorsi è scoppiato un focolaio con 44 positivi al Covid, di cui 36 detenuti e 8 agenti.
A renderlo noto è la garante delle persone detenute, Paola Ferlauto. Che questa mattina ha effettuato un giro nella sezione che ospita i positivi. “E’ il primo carcere del Piemonte dove vengono somministrate le dosi: 150 detenuti riceveranno AstraZeneca, 18 dovranno fare Pfizer per loro patologie pregresse, 13 dovranno essere vaccinati in ambiente protetto. In 48 hanno rifiutato“.
Asti, focolaio nel carcere. I sindacati chiedono intervento del Gom
Osapp (Domenico Favale), Sappe (Domenico Profeta), Uil Pa (Missimei Marco), Sinappe (Bruno Polsinelli), Uspp (Roberto Cecere9, Cgil (Angelo De Feo), Cisl (Domenico De Sensi) e Cnpp Angelo Santoru.
Questi i sindacati che hanno scritto sia al sindaco Rasero che al prefetto Alfonso Terribile. E ai dirigenti del Dap di Torino e Roma, perchè intervenga il Gruppo operativo mobile (Gom).
I sindacati motivati da una protesta dei detenuti
A movimentare i sindacati oltre al focolaio, una protesta di alcuni detenuti. Quest’ultimi si sono rifiutati di rientrare in cella e hanno dormito sui materassi in corridoio. Per poi insediarsi nel box riservato all’agente di polizia penitenziaria in servizio.
Denunciano inoltre la mancanza di personale: ‘Se la situazione ad Asti sta reggendo è solo grazie al poco personale di polizia penitenziaria, che con orari ben oltre l’ordinario si sacrificano per la sicurezza dell’istituto’.
Gruppo operativo mobile (Gom). Chi sono?
Il G.O.M. nasce per provvedere al servizio di custodia dei detenuti sottoposti al regime differenziato previsto dall’art. 41 Bis, comma 2 dell’ Ordinamento Penitenziario. Tale norma legislativa venne introdotta nel Giugno del 1992, nel cosiddetto “superdecreto antimafia”, come risposta alle stragi mafiose da poco avvenute e che causarono la morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nonchè degli agenti delle loro rispettive scorte. Si tratta, in pochissime parole, del carcere duro per i mafiosi. Il suo principale scopo è infatti quello di recidere ogni possibile contatto del detenuto con l’esterno, e quindi, con l’organizzazione criminale di riferimento.
Fra i vari compiti del corpo
Custodia e controllo dei detenuti ad altissimo indice di pericolosità, ovvero sottoposti all’art. 41 bis O.P., nonché di taluni detenuti collaboratori di giustizia.
Gestione di situazioni per il ripristino dell’ordine e della sicurezza in occasione di rivolte carcerarie, laddove non ci sia l’esigenza dell’intervento dei Reparti Speciali (Teste di cuoio). Come ATPI della Guardia di Finanza, GIS dei Carabinieri e NOCS della Polizia di Stato.
Intervento in situazioni di ordine pubblico, in collaborazione con altre Forze dell’Ordine effettuare piantonamenti.