La ricerca del personale nell’era digital si fa avvincente e dinamica. Il mondo del lavoro ragiona con nuove logiche, abbandonando l’idea che i lavoratori, o gli aspiranti tali, non abbiano alcuna voce in capitolo. Il potere sta volgendo sempre più dalla parte di chi deve scegliere se accettare o meno un impiego e non viceversa. Pertanto, le aziende devono fin da subito rapportarsi al mondo circostante secondo quest’ottica per accaparrarsi i talenti migliori ed essere competitivi sul mercato.

L’attività di recruiting, in questo contesto, ha una valenza strategica di altissimo livello e deve sfoderare tutte le armi in possesso per strutturare piani accattivanti e convincenti.

Recruiting 2.0

Il passaggio dall’analogico al digitale ha coinvolto totalmente il mondo imprenditoriale. Cambiano i processi produttivi, nascono nuove posizioni di lavoro, ruoli e competenze. Cresce l’esigenza di adeguarsi e costantemente aggiornarsi per equilibrare domanda e offerta. Nell’inedito assetto rientra anche il lavoro dei recruiter per i quali subentrano nuovi strumenti da dover adattare a vecchie richieste e odierne prassi.

Parlando di nuove tecnologie, i software ATS o per la selezione di personale sono riusciti a velocizzare di non poso i processi per inserire nelle aziende nuove risorse. Tool all’avanguardia che permettono di gestire efficacemente la ricerca di personale e risparmiare ingenti somme di denaro.

Ma nell’era 2.0 lo strumento che più di tutti ha stravolto le regole e il lavoro del recruiting è il social network e non solo per gli addetti al settore, ma anche per chi è in cerca di una nuova occupazione. Spesso si parla di Social Recruiting in maniera riduttiva, intendendo quest’attività come la mera pubblicazione di annunci di lavoro sui propri canali social aziendali, in primis Facebook e Instagram. Altre volte invece si pensa che sia sufficiente fare lo stesso solo su Linkedin, essendo il social network del lavoro per eccellenza. Ma la funzione del Social Recruiting è qualcosa di più profondo e costante nel tempo.

L’Employer Branding

Come preannunciato, il Social Recruiting non si limita ad essere presente sui social in maniera passiva. Il social nasce per comunicare e interfacciarsi con gli altri, per esporsi, per mettersi in vetrina e acquisire notorietà e approvazione. Stessa cosa vale per le aziende. Il primo passo per delineare una strategia di Social Recruiting chiara e forte, utilizzando i social come se l’azienda fosse una persona vera e propria. Altrimenti chi verrebbe a cercare annunci di lavoro su una pagina che non comunica e non ha follower?

Il concetto deve essere proprio questo. I canali social dell’azienda devo essere impiegati per attirare i futuri candidati e talenti sul mercato in cerca di lavoro. Pertanto, è necessario partecipare alle conversazioni ed esserne parte e, man mano, presentare la propria realtà, i dipendenti, i valori e la filosofia aziendale. In sintesi, è necessaria un’operazione di Employer Branding, requisito fondamentale di ogni strategia di recruiting. Definiti tali punti, si otterrà un maggior coinvolgimento da parte del pubblico e un più alto traffico sui propri canali. Il tutto si traduce in una partecipazione più ampia durante l’apertura di posizioni di lavoro.

L’attenzione deve essere rivolta anche al sito web della società e soprattutto alla sezione “Lavora con noi” che dovrà esser posta ben in evidenza. L’annuncio di lavoro dovrà contenere da un lato informazioni dettagliate sul profilo ricercato, le competenze e l’inquadramento contrattuale, ma anche una descrizione dell’azienda e dei suoi punti di forza. Inoltre, il processo di candidatura dovrà essere semplice e veloce per evitare alti tassi di abbandono a causa di procedure macchinose e farraginose.

Velocizzare il processo di selezione

Altro motivo per utilizzare i social network durante la ricerca di personale, è per velocizzare i processi di selezioni. Una volta avviata la campagna di ricerca e ricevuti i curriculum, oltre ad utilizzare appositi software utili per una prima scrematura dei curriculum e per verificarne l’allineamento tra candidati e skills richieste, i social possono essere validi alleati per raccogliere ulteriori informazioni sulla vita dei profili più validi.

In questo senso, il social più indicato è Linkedin per constatare quanto, a livello lavorativo, il soggetto analizzato sia immerso in un determinato campo e quindi averne un’idea più chiara sul lato professionale. Instagram e Facebook, invece, possono aiutare a comprendere la personalità del candidato e quali siano i gusti personali, le passioni, le idee e gli interessi.

Il consiglio per chi è in cerca di una nuova occupazione è di curare i social in maniera capillare, ragionando sul fatto che gli stessi sono oggetto di valutazione da parte dei recruiter. Viceversa, per i recruiter è importante presidiare i social per non lasciarsi sfuggire i migliori talenti in circolazione.

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