Una multa da 64.000 euro colpisce gli attivisti del comitato “Salviamo il Meisino”, protagonisti della protesta contro la costruzione della Cittadella dello Sport nel parco torinese. Il movimento, che da mesi si oppone al progetto, si trova ora a fronteggiare una doppia battaglia: una sanzione economica pesantissima e una causa civile in tribunale.
La protesta e la multa salata
Il 9 settembre scorso, gli attivisti hanno organizzato una camminata dimostrativa per manifestare il loro dissenso verso il piano comunale. Secondo la Digos, il corteo avrebbe causato un “blocco stradale”, portando alla sanzione. Inizialmente, l’importo era di 1.300 euro a testa, ma con l’aggravio delle spese, la cifra è salita a 4.000 euro per ogni partecipante identificato, fino a raggiungere il totale di 64.000 euro.
Il portavoce del comitato, Roberto Accornero, ha dichiarato durante un presidio davanti al Palazzo di Giustizia che non pagheranno la multa e che stanno già preparando un ricorso legale con il supporto dei loro avvocati.
La battaglia legale contro il progetto
Oltre alla multa, il comitato ha avviato una causa civile contro il Comune e le imprese coinvolte nella realizzazione della Cittadella dello Sport. L’obiettivo è bloccare il progetto che, secondo gli attivisti, metterebbe a rischio un’area verde di grande valore ambientale.
A sostenere la causa sono undici cittadini e tre associazioni ambientaliste: LAV, il Centro Recupero Ricci “La Ninna” e UTI. Gli avvocati Virginia Cuffaro e Veronica Dini hanno chiesto al giudice un accertamento tecnico preventivo, per valutare l’impatto ambientale della struttura in un’area protetta ZPS (Zona a Protezione Speciale). L’udienza è stata rinviata al 18 marzo, in attesa dell’esame di una variante al progetto proposta dal Comune e ora sottoposta al Ministero.
Il progetto della Cittadella dello Sport
Il piano, finanziato con 11,5 milioni di euro dal PNRR, prevede la trasformazione della Cascina Malpensa in un centro multifunzionale con attrezzature per sport e attività all’aperto. Tuttavia, gli oppositori sostengono che non sia conforme alla direttiva Habitat e possa provocare un danno ambientale irreparabile.
Le proteste
Gli attivisti denunciano il rischio di devastazione della riserva naturale, considerata il principale polmone verde della zona Nord Est di Torino. Due settimane fa, 250 cittadini hanno partecipato a un corteo di protesta, mentre la petizione online lanciata nel 2022 ha superato le 11.700 firme.