Il milite ignoto è stato riconosciuto come simbolo di tutte le vittime di guerra dalla Città di Rivoli. Approvato l’Ordine del giorno presentato dal gruppo di Fratelli d’Italia a giugno.
Il Presidente del Consiglio Comunale Valerio Calosso (Fratelli d’Italia) ha dichiarato che “il Milite Ignoto è un militare morto in una guerra. Il cui corpo non è stato identificato e che si pensa non potrà mai essere identificato. La sua tomba è una sepoltura simbolica che rappresenta tutti coloro che sono morti in un conflitto. E che non sono mai stati identificati. Solitamente i monumenti erano dedicati solo ai condottieri. Per i caduti c’erano cimiteri di guerra. Il più antico è quello di Arlington, in Virginia, ideato dopo la guerra di secessione. L’idea di onorare i caduti in una salma di soldato ignoto fu italiana, enunciata il 10 agosto 1920 dal gen. Dohuet. Italianissimo nonostante il cognome nizzardo, ma fu realizzata per prima in Francia, sotto l’arco di trionfo a Parigi e in Inghilterra all’abbazia di Westminster.
La storia del Milite Ignoto
In Italia, dopo ampia discussione, fu deciso che la salma sarebbe stata tumulata al Vittoriano, il cosiddetto Altare della Patria e così avvenne il 4 novembre 1921, terzo anniversario della Vittoria. La salma fu scelta nella basilica di Aquileia. Tra undici raccolte in undici significativi teatri di guerra, dalla madre di un sottotenente irredento disperso, Maria Bergamas, in rappresentanza di tutte le donne italiane, mamme e spose di soldati dispersi nella Grande Guerra.
Soldati senza nome
Alla fine della guerra molti dei corpi che furono traslati nei cimiteri militari rimasero senza nome. 60.000 sono infatti i Militi Ignoti che riposano nel sacrario militare di Redipuglia. A guerra finita, ogni nazione volle onorare simbolicamente la memoria dei propri caduti ignoti attraverso un monumento eretto a ricordo del sacrificio di tali uomini “scomparsi”. E che fecero la Storia dell’Europa del XX secolo. In Italia, fu il Colonnello Dohuet a suggerire, nell’agosto del 1920, la sepoltura di un milite senza nome al Pantheon. L’edificio dedicato alla sepoltura dei reali d’Italia quasi a volerne dimostrare il pari prestigio e la pari nobiltà. La proposta fu accettata l’anno seguente, ma al posto del Pantheon per la sepoltura fu indicato l’Altare della Patria.
Nell’ottobre del 1921 vennero scelte delle salme di 11 soldati senza nome, provenienti da cimiteri di guerra o dai luoghi di battaglia dove i combattimenti erano stati più cruenti: Rovereto, le Dolomiti, Asiago, il Monte Grappa, il Montello, il Cadore, il basso Piave, il Basso Isonzo, Gorizia, il Monte S. Michele e il Carso. Le bare, tutte identiche e perciò non distinguibili, furono trasferite prima a Udine e poi nella Basilica di Aquileia. Qui, rivestite dalla bandiera tricolore, poco prima della scelta furono ulteriormente spostate fra loro. Per garantire l’assoluta imparzialità nella scelta rispetto alla loro zona di provenienza. Il compito della scelta della bara fu affidato a Maria Bergamas di Gradisca d’Isonzo, madre di Antonio, soldato dell’esercito austro-ungarico che aveva abbandonato per unirsi all’esercito italiano col nome di Antonio Bontempelli.
La Madre di “tutti i Militi ignoti d’Italia”
Antonio morì in combattimento sull’altopiano di Asiago, dove il suo corpo andò disperso. Questo rito compiuto da Maria, madre di un milite ignoto, l’ha trasformata nella madre simbolica di tutti i Militi Ignoti d’Italia. Il 28 ottobre Maria Bergamas, durante la cerimonia di selezione del feretro che sarebbe stata traslata fino a Roma, all’altare della Patria, sopraffatta dal dolore e dall’emozione, si posò sulla decima bara. Mentre i dieci restanti corpi furono sepolti nel cimitero di Aquileia, dove dal 1953 riposa anche Maria Bergamas. La bara, caricata su un carro ferroviario aperto affinché la gente potesse renderle onore durante il suo viaggio verso Roma, fu scortata da reduci decorati con medaglia d’oro.
Il viaggio del feretro verso Roma, dal 29 ottobre al 2 novembre attraversando molte città, si trasformò in un’imponente manifestazione di cordoglio e di orgoglio nazionale. Col popolo italiano letteralmente assiepato lungo il tragitto del treno che Lo trasportava a Roma. Le immagini di quei contadini, quelle scolaresche, quelle vedove, quelle madri e quei padri che in ginocchio e in silenzio sulla massicciata vedevano sfilare nel “figlio di Maria Bergamas” i loro figli, padri e fratelli caduti. Uno dei momenti spiritualmente più alti della storia della nostra Patria, che diventava definitivamente una potenza.
Rivoli, Calosso (FdI) “rappresenta tutti quelli che hanno sacrificato la propria vita per l’Italia”
Calosso aggiunge “il Milite Ignoto rappresenta tutti quelli che si sono sacrificati per l’Italia. Non solo durante la Prima Guerra Mondiale, in questo caso rappresenta anche il sacrificio che permise la vittoria. Ma in ogni conflitto che l’Italia ha affrontato e che ha visto le forze armate fare il proprio dovere senza chiedere nulla in cambio. Nemmeno che il proprio nome fosse ricordato. Ricordare il Milite Ignoto significa ricordare ed esaltare il senso del dovere e l’amor di Patria. Raccontare gesta di eroi identitari serve per avvicinare anche persone che hanno, dentro di sé e che lo sappiano o meno, il mito degli eroi e l’amore per l’Italia.
La Città di Rivoli rappresenta anche culturalmente e storicamente un luogo della Memoria e, ripudiando ogni totalitarismo e ogni guerra, può considerare il Milite Ignoto simbolo delle vittime di tutti i conflitti armati. Nonchè monito delle coscienze a non ripetere gli errori del passato. Richiamando anche i valori della nostra Costituzione e l’amor di Patria”.
Come ha votato il Consiglio Comunale
L’ordine del giorno è stato approvato con i voti favorevoli della maggioranza (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lista Civica-Rivoli nel Cuore), Movimento 5 Stelle e parte del PD. Mentre si sono astenuti Bugnone, Cosimato, Dilonardo, Errigo e Garrone (PD) e Croce (Gruppo Misto).