La Torteria di Chivasso non ha mai chiuso, nonostante le quasi 150 multe. La proprietaria è una donna, una lavoratrice, “una cittadina onesta” che non si sta arrendendo a DPCM e divieti: si chiama Rosy Sparati. La sua storia è nota oramai in tutta Italia. Molti sono stati incoraggiati dalla sua tenacia per seguire il suo esempio e iniziare a lottare per il proprio futuro.

“Disobbedienza civile”, è stata definita la protesta della titolare. Che, come ha spiegato Rosy tramite i social, è tutelata dalla Costituzione.

Alla Torteria di Chivasso è tutto come ‘prima del covid’

Con la stessa allegria che si respirava prima della pandemia, la Torteria di Rosy è diventato un punto di ritrovo per i cittadini stanchi delle continue restrizioni. Il suo intento è semplicemente di voler rispettare il sacro diritto di lavorare. Che questo governo sta impedendo, senza aiutare i lavoratori.

Ha collezionato quasi 150 multe, ma non per questo sta facendo passi indietro o si sta spaventando. Subisce continue pressioni delle forze dell’ordine per farle chiudere l’attività. Anche qualche insulto da qualche cittadino, che probabilmente non coglie l’intento della sua battaglia.

Ingenuamente si può pensare che sia incosciente perché non rispetta i DPCM. Ma lei si difende “ad oggi sono risultati anticostituzionali e privi di valore”, riferendosi a qualche prima sentenza.

Siamo andati alla Torteria di Chivasso

Abbiamo conosciuto Rosy, siamo stati nel locale per vedere con i nostri occhi. Forse se più titolari di attività iniziassero a lottare come sta facendo Rosy, il governo prenderebbe delle decisioni più eque e concrete per tutti. “Impedire ad un lavoratore di lavorare è anticostituzionale, ed è tutelato dall’articolo 1 e 41 della costituzione”, ribadisce Rosy.

La Torteria è un’isola di normalità, potrebbe essere un esempio per tutti i cittadini italiani costretti a chiudere. Chissà se lo avessero fatto tutti, in tutta Italia, come sarebbe la situazione oggi.

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