I bombardamenti delle isole Bahrein sono passati alla storia come una delle tattiche belliche più innovative e mai sperimentata prima. Essa fu un primato, in quanto si trattava di coprire la distanza di 4.100 km, ma mai una formazione di quattro velivoli aveva tentato di coprire una distanza simile.

L’idea nasce da Ettore Muti, allora Segretario del Partito Nazionale Fascista e conosciuto anche come “il più bel petto d’Italia” per l’alto numero di decorazioni ricevute in guerra. Per questa missione chiese il sostegno del generale Pricolo, all’epoca capo di stato maggiore della Regia Aeronautica, che gli promise quattro Savoia Marchetti SM 82.

La difficoltà che il generale Pericolo segnalò era di viaggiare con oltre 3 tonnellate di sovraccarico a velocità di crociera consentita (meno di 300 km/h). Questo peso, aggiunto ad una brezza contraria di 30 km/h, avrebbe significato terminare la missione in pieno deserto arabico. A queste difficoltà oggettive se ne aggiunse una di natura politica: l’incolumità di Muti preoccupava i vertici della Regia Aeronautica.

Quando Pricolo esternò tale preoccupazione a Mussolini ebbe la seguente risposta “se Muti e i suoi pensano di potercela fare, lasciateli fare”. Con questa affermazione diedero ufficialmente via alla missione. I velivoli decollati da Ciampino il 14 ottobre atterrano a Gadurrà e nei giorni seguenti effettuarono le simulazioni con fusti di acqua a bordo.

La formazione decollò da Gadurrà alle ore 17,10 del 18 ottobre 1940. La visibilità era scarsissima, infatti uno dei 4 SM 82 perse il contatto visivo con la formazione restando indietro. Ma intorno alle ore 02:00 del 19 ottobre i velivoli furono sopra le isole Bahrain. Tre aerei sganciarono il loro carico dirompente sulla raffineria, il quarto velivolo non riuscì ad arrivare all’obbiettivo, ma si rimise in formazione.

I quattro bombardieri ripiegarono verso la rotta di rientro intorno alle 05:00 per dirigersi in Eritrea ed atterrare sull’aereoporto di Massaua. Arrivando verso la costa, furono avvertiti che Masaua e zone limitrofe a nord erano sotto attacco. Così i quattro decisero di dirottare verso l’aeroporto più vicino che era situato a Zula a circa 60 Km da Massaua, con un volo radente sul mare, per non essere intercettati dagli inglesi.

Alle ore 09:00 gli SM82 atterrarono a Zula con un autonomia di soli 30 minuti di volo. L’impresa era compiuta.Erano stati coperti 4.100 km in 15 ore e 33 minuti di volo.

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