Nell’era del virtuale e della noia, nell’era in cui l’uomo difficilmente è disposto a sacrificarsi, a lottare e fare fatica per raggiungere qualsiasi scopo nella vita, gli sport da combattimento risultano essere una delle poche ancore di salvezza per chi crede fortemente a valori come la lealtà, la sportività e appunto lo spirito di sacrificio e della lotta come massima espressione delle virtù umane.

A torto tali sport vengono etichettati semplicemente come violenti e quindi diseducativi, senza invece comprendere che chi è disposto a difendersi conoscendo i propri limiti e dando un posto nella vita a valori come la lealtà, magari fin da bambino, difficilmente bullizzerà qualcun altro o si prenderà gioco delle sensibilità altrui. Lo sa bene Fabio Giannelli, coach di boxe, K1 e thai boxe della Mirafiori Kombat all’interno della palestra CrossFit Mirafiori in via Gaspero Barbera 41b. Qui, a parte preparare fior di agonisti prossimi a una carriera da professionisti, il coach torinese è riuscito a creare, coadiuvato da Martina Canino campionessa mondiale WFC e campionessa italiana Fight One e futuro astro nascente della federazione professionistica più importante d’Italia, una vera e propria Academy degli sport da combattimento, soprattutto per i bambini (kids) e gli adolescenti (junior): oltre 50 piccoli combattenti che vanno da 4 a 16 anni che imparano le arti nobili del combattimento e che già in tenera età possono cominciare a misurarsi con le proprie capacità, vincere le paure e dare sfogo alle pulsioni più antiche dell’uomo come il combattimento e il senso della sfida.

Ad oggi l’Academy è un fiore all’occhiello del quartiere Mirafiori, dove in un ambiente genuino e di massima attenzione e professionalità, i bambini oltre ad “imparare” si divertono abbandonando gli stereotipi di una società legata essenzialmente al consumo anche, anzi soprattutto per i più piccoli bombardati costantemente dall’era virtuale: Fabio Giannelli, che non ama la definizione di “maestro” ma “coach” in quanto, parole sue, “chi si definisce maestro presuppone che non abbia più voglia di imparare”, pone l’accento proprio su questo aspetto: “la nostra palestra – dice – mira a crescere degli uomini che comprendano i valori di una vita vera, dove si vince e si perde dove bisogna combattere e faticare, dove nulla è dovuto ma tutto si conquista”. E aggiunge: “cresciamo giovani fighters ma soprattutto vogliamo infondere i valori di sport nobili e antichi, non dimenticando che sono bambini, quindi senza ossessionarli e indottrinarli”.

Una scuola di vita, un esempio di disciplina dell’essere prima del banale risultato sportivo. Valori antichi e forse volutamente dimenticati, riscoperti e coltivati in una palestra della periferia sud di Torino.

1 commento

Rispondi