I dipendenti sono la benzina che accende il motore delle aziende, che deve quindi metterli nelle condizioni ideali per operare al meglio.
Per questo motivo, i datori di lavoro, oltre alla retribuzione dello stipendio, possono stimolare i propri dipendenti con i premi di risultato.
In tal caso il premio può essere erogato o sotto forma monetaria in busta paga o in forme di welfare, come ad esempio, benefici o servizi (es. baby sitting, formazione ecc.) messi a disposizione del dipendente e della sua famiglia.
In questo modo il collaboratore si sente maggiormente coinvolto, poiché il successo dell’azienda corrisponde al suo successo. Se infatti consegue gli obiettivi prefissati, lui ottiene dei benefici e l’azienda stessa vede aumentare il suo fatturato e la sua produttività, oltre naturalmente ai vantaggi in termini di ritorno d’immagine.
Il dipendente gestisce il tempo a sua disposizione, lavorando anche di più e mettendo in gioco tutte le sue abilità per conseguire il risultato stabilito e, di conseguenza, il premio di produzione.
C’è però da porsi qualche domanda: i premi di produzione monetari sono tassati? E se sì, è possibile accedere alle agevolazioni fiscali?
Per saperne di più è opportuno approfondire l’argomento leggendo l’articolo di Edenred sui premi produttività, che fornisce ulteriori indicazioni e chiarimenti sul tema.
Ad ogni modo l’Agenzia delle Entrate, interpellata da un’azienda, ha fornito delle risposte provando a chiarire i dubbi.
Sicuramente una parte dei premi di produttività monetari deve essere destinata allo Stato, ma in alcuni casi è possibile beneficiare della tassazione agevolata al 10%.
Tale beneficio può essere applicato per i premi di risultato inferiori ai 4.000 euro, che devono essere frutto di un accordo sindacale dell’azienda.
In pratica tutti i premi concordati con contratti individuali di accordi personali, tra datore e dipendente, non possono accedere a questa forma di tassazione agevolata.
Altro punto da tenere a mente: il dipendente non deve aver dichiarato un reddito superiore agli 80.000 euro per godere della tassazione.
Quindi i contratti che consentono di tassare i premi di risultato al 10% devono essere stipulati dalle associazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale.
L’Agenzia delle Entrate ha comunque specificato che l’imposta sostitutiva del 10% può essere applicata sui premi di risultato, se determinata da un contratto collettivo stipulato con rappresentanze territoriali delle organizzazioni sindacali, anche esterne all’azienda.
Si può quindi stabilire il premio in un contratto collettivo, siglato con associazioni sindacali di categoria territoriali o rappresentanze sindacali, per beneficiare della tassazione agevolata.
Un chiarimento utile a beneficio soprattutto delle realtà imprenditoriali che non hanno una vera rappresentanza sindacale.