Prima udienza nel pomeriggio di venerd’ 18 dicembre 2020, nel tribunale di Torino, della causa civile intentata dalla casa editrice Altaforte contro la Fondazione del Libro. Il processo riguarda l’esclusione della casa editrice, considerata vicina ai sovranisti, dall’edizione 2019 del Salone del Libro, dopo che era già stata formalizzata la sua presenza.

In aula, davanti al giudice Luca Martinat, si è presentato l’editore Francesco Polacchi, rappresentato dall’avvocato Gino Arnone e dal deputato Maurizio Paniz. “Il Salone del libro – hanno spiegato gli avvocati che difendono Altaforte Edizioni – è stato inadempiente in maniera grave rispetto agli obblighi che aveva assunto. L’esclusione ha creato un danno d’immagine alla società che era un marchio in rampa di lancio”.

La partecipazione di Altaforte prevedeva la presentazione del libro intervista al leader della Lega ‘Io sono Matteo Salvini’, edito proprio in quei giorni.

“Il rapporto – ha continuato Paniz – è stato interrotto meno di quarantott’ore prima dell’inizio del Salone e poi è stato addirittura bloccato due ore prima a seguito di quella decisione. Abbiamo avuto dei danni reali quantificabili in 200 mila euro e non siamo disposti ad accettare un risarcimento simbolico”.

L’avvocato del Salone del libro, Cinzia Picco, ha diveso il Salone escludendo che ci possa essere un risarcimento che non sia simbolico “per chiudere una vicenda che riteniamo irrisoria”. Per il giudice non sembra essere così però, dato che ha comunicato che sarà lui a formulare un’ipotesi di transazione, cosa rara nelle prime udienze.

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