(Adnkronos) – È Antonella Lattanzi con il romanzo "Cose che non si raccontano" (Einaudi) la vincitrice della settima edizione del Premio Wondy di letteratura resiliente, annunciato lunedì 29 aprile, al Teatro Manzoni di Milano nel corso della tradizionale serata di festa tra parole e musica che accompagna la premiazione, presentata da Camila Raznovich e Alessandra Tedesco, con la partecipazione di numerosi ospiti tra i quali: Clara Soccini, il pianista Leo Einaudi, la Piccola Orchestra dei Popoli, e gli attori Valerio Aprea, Vinicio Marchioni, Marta Gastini e Pia Lanciotti. Laura Imai Messina con il libro "L'isola dei battiti del cuore" (Piemme) è invece la vincitrice decretata dalla giuria popolare. È stata inoltre assegnata una menzione speciale a Claudia Grande per il libro "Bim Bum Bam Ketamina" (Il Saggiatore).  La Giuria Tecnica, presieduta da Gaia Tortora e composta da Marco Balzano, Federico Bertoni, Alessandra Carati, Paola Cereda, Cristina Di Canio, Luca Dini, Emanuele Nenna, Roberta Scorranese e Gianni Turchetta, si è così espressa nella motivazione: "Antonella Lattanzi racconta, con grande coraggio e feroce determinazione, la storia privatissima del tentativo di avere un figlio a trentotto anni tramite una feconda-zione assistita. Si può dire che tutto va nel modo peggiore: Antonella resta incinta di tre bambine e deve procedere a quanto viene chiamato eufemisticamente una 'riduzione', fermando il cuore di una di loro: ma muoiono tutt’e tre. Cose che non si raccontano è una narrazione potente, concentrata fino all’ossessione, che coinvolge e sconvolge perché capace di evitare ogni cedimento al patetismo, costruendo uno sguardo e una voce carichi di sofferenza, ma negati a ogni tentazione di effusività. La resilienza agisce qui ad ogni istante, anche quando è in agguato la disperazione".  Lattanzi, sempre secondo la giuria, "sceglie la strada di una narrazione francamente autobiografica, con lunghi tratti di diarismo. La semplicità apparente dell’intreccio non deve però ingannare: chiave di volta del libro è infatti un montaggio rigoroso, che genera un’implacabile progressione narrativa, inchiodando il lettore fino alla fine. L'autrice si avvale di uno stile asciutto, teso e pure vicino alla colloquialità. Il suo autobiografismo, quasi senza filtro, riesce a mettere in scena drammi condivisi da tante donne, penetrando dentro un’inaudita intimità dell’anima e del corpo, e mettendo in gioco il senso stesso dello scrivere: sfida a un dolore intollerabile, che si trasforma nella ragione stessa per continuare a vivere". Le altre opere finaliste erano: "La vita di chi resta" di Matteo B. Bianchi (Mondadori), "Parole nascoste" di Arianna Montanari (Mondadori), "Una piccola pace" di Mattia Signorini (Feltrinelli) e "Male a Est" di Andreea Simionel (Italo Svevo). Al vincitore va un premio di 5.000 euro e un'opera su tela dell'artista Luca Tridente, le cui opere donate nelle scorse edizioni sono state inserite nel Catalogo dell'arte moderna (Editoriale Giorgio Mondadori), considerato un punto di riferimento per l'arte moderna e contemporanea. Un premio di 2.000 euro è stato invece assegnato alla vincitrice della giuria popolare. Prima della serata è stato organizzato un momento dedicato a giurati e finalisti in collaborazione con ABC Catering, un progetto nato per dare una seconda occasione ai detenuti della casa di reclusione di Bollate, dando loro la formazione necessaria per allestire eventi di altro profilo. Un’iniziativa che vede il cibo come possibilità di riscatto sociale, offrendo un modo per restituire l’identità alle persone e riaccompagnarle nelle società attraverso l’appartenenza ad un lavoro riconosciuto. Un esempio di inclusione e resilienza, nel pieno spirito della serata. Il Premio Wondy di letteratura resiliente è il riconoscimento letterario nato nel 2018 in memoria della giornalista e scrittrice Francesca Del Rosso (1974-2016), conosciuta con il soprannome Wondy e autrice del volume "Wondy – ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro" (Rizzoli, 2014), nel quale ha raccontato con ironia e coraggio il suo modo di affrontare la malattia. Assegnato annualmente e riservato a libri che attraverso la prosa letteraria esprimano con particolare forza il concetto di resilienza, il Premio è promosso e organizzato dall’associazione "Wondy Sono Io”, creata insieme a un gruppo di amici da Alessandro Milan, con l’obiettivo di proseguire la grande eredità umana e intellettuale lasciata dalla moglie Francesca, grande appassionata di libri, che con la sua storia ha saputo insegnare a donne e uomini come nella vita le difficoltà di varia natura possano – e debbano – essere affrontate, possibilmente con il sorriso. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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