Settimanalmente esce con il Corriere della Sera un’interessante collana dedicata ai Grandi Miti Greci.
Il terzo numero era dedicato ad Apollo, “il più greco degli dei”. Simbolo stesso della religiosità (“solare”) pagano-mediterranea, secondo la letteratura neoclassica del XIX secolo.

Tra gli attributi tipici di Apollo vi è quella, indecifrabile per i mortali, “doppiezza” che ne caratterizza l’agire.

Apollo, distruttore e costruttore

Apollo, infatti, è dio che cura. Ove il Febo (il “luminoso”, uno degli epiteti con cui era invocato) passa libera la terra da mostri e demoni e lascia un ambiente “addomesticato” e civilizzato.
Ma Apollo è anche un dio vendicativo, violento, aggressivo capace di infliggere punizioni gravissime a chi osava sfidarlo.

Apollo fu dio purificatore, distruttore e costruttore ed il tutto allo stesso tempo. Il pensiero del dio nato da Zeus e Leto era sempre ambiguo ed impossibile da decifrare per i mortali. Che pure si affannavano nel recarsi a Delfi, il suo santuario più famoso, per ottenerne gli oracoli che il dio sole dispensava tramite la Pizia.

I mortali veneravano Apollo senza tuttavia fidarsi di lui. L’atteggiamento del fedele era quello di una sincera devozione, ma sempre circospetta. Essendo ben consapevoli che il dio avrebbe potuto infliggere dolori e morte: i mortali erano invitati a non fidarsi delle parole del dio.
Questo rapporto tra l’uomo e il dio Febo rappresenta un vero e proprio archetipo del pensiero classico, capace di rifuggire dai dogmatismi e dall’atteggiamento fideistico tipico delle epoche successive.

Il rapporto tra le divinità e gli uomini non era improntato ad una fede cieca e priva di ripensamenti. Gli uomini erano perfettamente consapevoli di non potersi integralmente fidare e affidare ai dei loro creatori. Gli dovevano rispetto, ma anche erano invitati a abbandonarsi ad essi. Tanto è vero che le sfide tra uomini e dei costellano tutta la mitologia greco-romana.

Tale atteggiamento sta alla base del pensiero critico da contrapporsi al dogmatismo

Il dio biblico, per fare un parallelismo, era un dio che pretendeva una fede assoluta. Gli uomini sono invitati a seguirne la legge in maniera scrupolosa e pedissequa.
Il dio biblico è un dio che parla di certezze, di verità assolute immutabili ed indiscutibili. Il più greco degli dei, Apollo, era un dio ambiguo, da curatore a distruttore. Pietoso e inflessibile. Violento e dolce. Capace di tenere sempre condotte diverse in situazioni simili.

Il sentimento religioso biblico ha quindi come sua ricaduta “pratica” l’affermarsi del dogmatismo fideistico. E ciò anche laddove si affermino e propagandino concetti “secolari” lontani dalla spiritualità.

L’oggi

Così in questi tempi barbari, in cui la capacità di pensare con equilibrio si è eclissata anche nelle classi dirigenti, ogni fazione pretende di disporre dell’unico metro. Con cui poter misurare il mondo ed il “lituo” con cui tracciare il confine tra il “giusto” e “l’ingiusto”, tra il bene ed il male.

Le nostre società occidentali un tempo capaci di relazionarsi con il mondo circostante con spirito critico, oggi procedono sui binari dell’assolutismo e del dogmatismo. Con fazioni settarie che si contendono il potere in una lotta che sta condannando l’intero occidente all’estinzione e all’irrilevanza culturale e politica.

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