Nuovi accertamenti per la Digos di Torino che ha notificato misure cautelari e restrittive a altri sette militanti del centro sociale Askatasuna. Ormai nel mirino della procura per “associazione a delinquere”.
I provvedimenti sono scattati per effetto di una pronuncia della Corte di Cassazione, nel quadro di un’inchiesta della procura del capoluogo piemontese.
Uno dei denunciati è Giorgio Rossetto, 60 anni, ritenuto leader dell’autonomia torinese. Ritornato in carcere dopo le nuove indagini e misure cautelari. Quattro attivisti sono invece agli arresti domiciliari. Infine per tre c’è il divieto di dimora in Val di Susa e obblighi di firma.
La Cassazione si è pronunciata su un ricorso degli indagati contro una decisione del tribunale del riesame di Torino, che aveva ordinato alcune misure cautelari e ipotizzato il reato di associazione per delinquere. La Suprema Corte, su questo reato, ha disposto un “annullamento con rinvio” ai giudici subalpini.
Nel fascicolo della maxi-inchiesta, è palesemente emerso il ruolo violento avuto dal centro sociale Askatasuna. Protagonista secondo l’accusa dei disordini scoppiati in città e in Val di Susa (inerenti la lotta al Tav).