È stato convalidato l’arresto di Elisa Gonn, l’attivista femminista Russa che martedì 25 Giugno, aveva accoltellato il barista del bar in via San Donato. Avevamo dato per primi qui la notizia.
La donna aveva accusato il titolare del bar di avance nei suoi confronti, nella precedente giornata di prova per il lavoro. L’agguato era stato sventato da un cliente del locale, un commerciante della zona, che aveva disarmato la 26enne dopo che lei aveva già colpito con una prima coltellata il barista, e dopo averlo stordito con uno spray urticante.
“È estremamente pericolosa con un’allarmante propensione alla violenza” è la motivazione per cui resta in carcere la giovane donna. Assistita dall’avvocato Giuseppe Boggio, che per la giovane ha chiesto una perizia psichiatrica, Elisa ha ripetuto più volte: «Io odio gli uomini». E al giudice Elena Rocci, che ha convalidato l’arresto, ha raccontato di aver subito diversi abusi da piccola.
La donna ha avuto come abbiamo scritto in precedenza, un passato di violenza: nel 2018 era stata condannata dal tribunale di Managua, in Nicaragua, per aver lanciato dell’acido solforico contro il vicario della cattedrale metropolitana di Managua, Mario Guevara, mentre stava confessando e svolgendo riti di esorcismo. Dopo sette mesi di carcere e un mese in un ospedale psichiatrico, lascia il Nicaragua per raggiungere prima la Francia e poi l’Italia dove, anni prima, aveva ottenuto lo status di rifugiata.
È arrivata a Torino due settimane fa, e martedì ha aggredito il barista.
L’uomo è ancora ricoverato all’ospedale San Giovanni Bosco ed ha respinto le accuse di avance nei confronti di Elisa Gonn.