Il 24 agosto del 2021 un’esplosione dovuta a una fuga di gas in una palazzina in strada del Bramafame, alla periferia di Torino, costò la vita a un bimbo di quattro anni, Aron Tila, che insieme ai genitori si era trasferito in Piemonte dalla provincia di Napoli da meno di 24 ore.

Oggi, in tribunale, il pm Giorgio Nicola ha chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi per un artigiano, Ernesto Pennesi, 69 anni, che abitava nella stessa via e che secondo le indagini aveva svolto, tempo addietro, dei lavori nell’edificio. L’uomo ha invece respinto ogni coinvolgimento.

L’avvocata Esmeralda Elmazi, patrono di parte civile per i genitori di Aron, ha sottolineato che la famiglia non è ancora riuscita a riprendersi dalla tragedia: “Erano giunti a Torino per una vita migliore e hanno trovato dolore e morte”. Aron aveva 4 anni, 3 mesi e 18 giorni. Il legale ha chiesto una provvisionale (un acconto sul risarcimento da quantificare in sede civile) di 150mila euro per ciascuno.

Nello scoppio ci furono altri feriti. Uno di loro, come ha spiegato il suo avvocato di parte civile, Aldo Favazza, “ebbe ustioni fra il 50 e il 59% del corpo, di cui dal 40 al 49% di terzo grado, e porta addosso ancora i segni di quanto successe”.
Il legale ha quantificato il danno in 162mila euro.
L’avvocato Pietro Obert patrocina la coppia. Per l’uomo, che riportò gravi fratture, ha chiesto una provvisionale di 150mila euro. Per la donna, che non era presente nell’alloggio, la proposta è di 50mila euro: “Nel crollo dell’edificio – ha spiegato – ha perso tutto, persino le uniche foto che le restavano del padre defunto”.

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