Truccavano le buste paga inserendo rimborsi e indennità per trasferte mai eseguite. Pagate al posto del lavoro ordinario e straordinario svolto dai dipendenti, usufruendo così di una tassazione più bassa.
La Guardia di finanza di Torino sta eseguendo tre misure cautelari nei confronti di amministratori di una società torinese operante nel settore del commercio di macchinari. Il reato contestato dal pubblico ministero Mario Bendoni è truffa aggravata ai danni dello Stato. Le Fiamme gialle hanno, inoltre, eseguito un sequestro preventivo di denaro e beni per circa un milione di euro.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i tre, a partire dal 2015, avrebbero truffato Erario, Inps e Inail. Ideando un meccanismo che permetteva di ‘ritoccare’ le buste paga con rimborsi e indennità per trasferte in realtà mai eseguite. A queste indennità, infatti, si applica un sistema di tassazione e contribuzione più favorevole rispetto allo stipendio.
Per determinare il numero delle indennità da assegnare mensilmente, si faceva ricorso a un complesso procedimento di calcolo. Capace di garantire il raggiungimento dello stipendio netto pattuito tra azienda e lavoratore. Il sistema illecito era imposto dalla società ai dipendenti, i quali, se avessero avanzato riserve, avrebbero rischiato il licenziamento. La truffa ha consentito all’impresa di evadere, negli anni, imposte e contributi per quasi un milione di euro. Provocando un danno anche ai lavoratori, che si sono visti riconoscere solamente una parte dei contributi maturati.
Nei confronti dell’amministratore di fatto della società sono scattati gli arresti domiciliari. Mentre l’amministratore di diritto non potrà svolgere attività imprenditoriale e ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche per dodici mesi. Alla truffa ha preso parte anche il dipendente di uno studio di consulenza del lavoro, sospeso dall’esercizio dell’attività professionale, anche lui per un periodo di dodici mesi.