Circa una settimana fa il “Freedom convoy” ha raggiunto la capitale canadese. La protesta prevedeva inizialmente la sola partecipazione dei camionisti e dei lavoratori transfrontalieri. In seguito il “convoglio per la libertà” ha ricevuto l’ appoggio di molti cittadini e lavoratori da tutto il paese.

Anche l’ex presidente Usa Donald Trump ed il magnate Elon Musk si sono detti favorevoli all’iniziativa. I dimostranti hanno occupato le strade della capitale, costringendo il primo ministro Trudeau alla fuga in una località ignota. Il sindaco della capitale ha dichiarato lo stato d’emergenza. Proprio mentre il governo stava valutando l’impiego dell’ esercito per sgomberare i manifestanti, la rivolta si è estesa a tutte le principali città del paese tra cui Toronto, Quebec city e Vancouver.

La rivolta del Canada

La polizia, in netta inferiorità numerica, non ha opposto particolari resistenze, talvolta solidarizzando con i manifestanti. Il sindaco di Ottawa, Jim Watson, parla di situazione completamente fuori. Non è possibile quantificare con esattezza il numero dei manifestanti in tutto il paese.

Danimarca, Regno Unito, Svezia, Russia, Belize e molti altri stati hanno già disposto la fine di tutte le restrizioni anti contagio: non è escluso che anche il Canada segua la stessa linea a seguito dell’evoluzione delle sommosse.

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