Vi ricordate quando il Carnevale a Torino si festeggiava in piazza Vittorio e centinaia di giostre illuminavano il centro della città? I più anziani ricorderanno senza dubbio quello che era un appuntamento imperdibile per i bambini di Torino.

Il carnevale a Torino ha origini antiche, ancora nella Torino barocca, quando imponenti feste in costume venivano organizzate in corte. Feste in grande stile che attiravano i primi turisti nel territorio sabaudo.

La maschera di Gianduja e il Gianduiotto

Nel lontano ’800 emerge la maschera Gianduja con la moglie Giacometta. Proviene dalla tradizione contadina. Non è un caso che Gianduja sia il testimone di un fatto storico ormai noto. È il carnevale del 1865, il primo in cui Torino non è più capitale d’Italia. Le guerre del Risorgimento hanno prosciugato le finanze dello stato. Il cacao scarseggia per le alte tasse e Paul Caffarel lo integra con la nocciola per creare un nuovo cioccolatino. Lo stesso che Gianduja, nella sfilata di quel carnevale, distribuisce ai torinesi. Nasce così il Gianduiotto.

Carnevale a Torino, un secolo di giostre in piazza Vittorio

Ma il vero simbolo del carnevale di Torino rimarrà, per tutti, piazza Vittorio. Con le famose giostre, dette anche attrazioni. Una consuetudine che durerà un secolo, fino al 1986. Dal dopoguerra alla fine degli anni ’70 accoglieranno i divertimenti della Torino del boom economico. Nel 1977 furono anche protagoniste di una tragedia: una bambina cadde dalla giostra panoramica e morì.

Carnevale di Torino in piazza Vittorio: come si festeggiava a fine 800?

I festeggiamenti del Carnevale a Torino iniziavano proprio da piazza Vittorio, dove ci si trovava per mangiare e bere insieme. I torinesi erano prevalentemente vestiti da Gianduja e Giacometta, ma non era raro trovare anche Pulcinella, Arlecchino, Brighella e tante altre maschere. Da qui partiva la sfilata dei carri con enormi mascotte, che finiva in piazza Castello, attorno a palazzo Madama.

Con l’avvento delle giostre in piazza Vittorio tutto divenne ancora più spettacolare: le montagne russe erano persino più alte dei palazzi e dalla ruota panoramica si godeva di un’ottima vista sulla città.

Poi, nell’autunno del 1986, il Comune decide di calare il sipario sulla storica piazza. Motivi di sicurezza, si dice, soprattutto legato agli impianti elettrici. I giostrai non ci stanno: organizzano proteste, chiedono addirittura un referendum. Il Comune non arretra. E le giostre traslocheranno in altri luoghi come piazza d’Armi, parco Ruffini e infine alla Pellerina.

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