Nel mondo della MotoGP, tra rombi di motori e adrenalina pura, c’è spazio anche per il cuore. Al Mugello, Marco Bezzecchi ha svelato un casco speciale, ma stavolta non si tratta solo di stile o aerodinamica: è una dichiarazione d’amore verso i bambini che combattono ogni giorno la loro gara più difficile.
Un progetto nato da un’infanzia in ospedale
“Caschi per il Cuore” è molto più di una campagna benefica: è un ponte tra il mondo della velocità e quello dei piccoli pazienti. L’idea nasce da Alessandra Isabella Ardelean, fondatrice di E20 Motors Srls. Dopo aver vissuto in prima persona l’infanzia tra ospedali, Alessandra ha deciso di trasformare la sua passione per i motori in una missione di solidarietà.
“Con Caschi per il Cuore vogliamo dire ai bambini: i vostri sogni meritano la Pole Position” – A. I. Ardelean
Quando i bambini disegnano la speranza
Il cuore del progetto è semplice e potente: i bambini disegnano i loro sogni, che poi vengono trasformati in grafiche per caschi da gara, grazie al lavoro di designer, grafici e artisti. Marco Bezzecchi, pilota MotoGP e volto dell’iniziativa, indossa questi caschi in pista, portando con sé i sogni e il coraggio dei piccoli artisti.
“La vita, come una gara, ha curve difficili. Ma con il cuore si arriva al traguardo” – M. Bezzecchi
Dalle corsie d’ospedale alla pista
Il percorso è emozionante: si parte dagli ospedali pediatrici, si passa per laboratori di creatività e design, e si arriva alla pista, dove i caschi vengono utilizzati in gara, esposti in mostre e poi messi all’asta.
Il ricavato sostiene strutture pediatriche e associazioni che aiutano bambini affetti da gravi patologie. Un modo concreto per trasformare l’energia delle corse in qualcosa di molto più grande.
Chi rende possibile tutto questo
A supportare Alessandra e Marco ci sono EMG Eventi ASD e Confartigianato Bologna Metropolitana, che hanno abbracciato fin da subito lo spirito del progetto. Il patrocinio della Federazione Motociclistica Italiana ne conferma la portata. Diverse realtà imprenditoriali e creative, tra cui Zep Italia, Cantine Merlotta, Urban Media Agency, H3D Lenticolare e Motolux, hanno offerto il proprio contributo, rendendo possibile ogni fase dell’iniziativa.
Un ruolo centrale è stato svolto anche dai designer e dagli artisti che hanno realizzato le grafiche dei caschi, tra cui Maz Design, PuraVida76, CD Design, Photo.Moto.Marta e il team fotografico RF.
Le associazioni coinvolte
Tra le realtà che beneficiano del progetto c’è l’Associazione Bimbo Tu di Bologna, che da oltre quindici anni accompagna le famiglie dei bambini affetti da patologie neurologiche e psicopatologiche, offrendo supporto psicologico e attività di sollievo.
A Torino, invece, l’Associazione Amici dei Bambini Cardiopatici, fondata nel 1991, fornisce assistenza concreta ai piccoli pazienti affetti da malattie cardiache e alle loro famiglie durante l’intero percorso di cura.
I piloti che hanno aderito
Accanto a Marco Bezzecchi, che ha scelto di “correre per loro”, hanno aderito anche tanti altri nomi del motociclismo italiano e internazionale. Ci sono Alessandro Del Bianco, Samuele Cavalieri, Michele Piro, Yari Montella, Silvia Comincioli, Davide Conte, Martina Guarino, Josephine Bruno, Sara Marchioni, Giovanni Menduni, Leandro “Tati” Mercado, Alex Oriani, Luca Pedersoli, Alessio Reboa, Massimo Roccoli, Alessia Tonini, Alberto Surra, Alessio Finello, Andrea e Mattia Sorrenti, Arianna Barale, Ely Vignudelli e Antonio Frappola.
Tutti loro, con generosità, hanno deciso di mettere il cuore oltre la visiera.
Un casco, mille emozioni
Ogni casco racconta una storia unica, disegnata con la fantasia di un bambino e completata con la passione di un artista. Il risultato è un oggetto potente e simbolico, che grida a tutti:
“Vietato dire non ce la faccio.”
Una curiosità: il casco nella storia del motociclismo
Nella storia delle corse, il casco ha sempre avuto un ruolo che andava oltre la protezione. Negli anni ’70, il leggendario Barry Sheene fu tra i primi a personalizzare il proprio casco con grafiche iconiche, rendendolo quasi una firma visiva. Con “Caschi per il Cuore”, quella tradizione prende una nuova direzione: oggi il casco non racconta solo il pilota, ma anche il sogno di un bambino.
Il coraggio che corre veloce
“Caschi per il Cuore” non è solo beneficenza: è partecipazione, arte, energia, empatia. È una mano tesa tra generazioni diverse, tra chi combatte su due ruote e chi combatte nel silenzio di una corsia. È un modo per dire ai bambini: non siete soli, correte con noi.






































