(Adnkronos) – La stagione estiva si avvicina e il turismo inizia già a dare i suoi primi segnali di vitalità. Ecco che le città, soprattutto i piccoli borghi, località marittime e città dall’alto valore
artistico, naturalistico e ambientale, iniziano a prendere le misure di contenimento di un overtourism che ci si aspetta possa essere ingestibile per l’estate 2024. L’obiettivo diventa quello di mettere in sicurezza il patrimonio territoriale e i cittadini. Questo è il caso del comune di Riomaggiore che si sta avviando alla chiusura di sexy shop, discoteche e locali di prodotti di vendita di cibo come il kebab, ad esempio, per gestire al meglio il turismo nelle Cinque Terre. Vediamo insieme in cosa consistono divieti e interdizioni.  Un’intesa tra il comune di Riomaggiore e la Regione Liguria si ripropone lo scopo di contribuire al miglioramento della qualità della vita e alla qualificazione dell’area perimetrata attraverso una serie di misure. Tra queste: l’individuazione di un percorso di contrasto alle situazioni di degrado ambientale per il mantenimento dell’identità e delle tradizioni del territorio; la difesa della vocazione dell’area e la lotta al deterioramento delle condizioni economico-sociali del territorio con l’obiettivo di restituire le condizioni di sviluppo del tessuto commerciale dell’area individuata nonché di vivibilità per i cittadini, i turisti e le altre categorie che la frequentano.  Per realizzare ciò, l’intesa si è prefissa di escludere alcune tipologie merceologiche che contribuiscono “al degrado del territorio o che non rispondono agli obiettivi di sviluppo qualitativo individuati – si legge nella nota. La volontà comune è quella di – persegue la salvaguardia, la tutela e la valorizzazione del territorio del Comune di Riomaggiore ricompreso nell’ambito del Patrimonio Mondiale Unesco delle Cinque Terre, al fine di preservarne ed esaltarne le caratteristiche urbane, la vivibilità, l’ambiente, il paesaggio, il decoro e le peculiarità”.  La notizia ha attirato l’ilarità e le polemiche di cittadini del posto che si sono chiesti di quali discoteche si parli, vista la carenza delle stesse anche prima dell’interdizione, così come il divieto di friggitorie e locali che vendono kebab “che senso ha? Quali problemi arrecano al turismo?”, si legge sui social. C’è chi, invece, ha accolto positivamente la notizia, sostenendo che l’identità territoriale necessita di essere preservata considerato che “un turista che visita le Cinque Terre non vuole sentire puzza di fritto in città”. Ma vediamo quali sono le attività interdette dall’intesa. “Le attività sottoindicate – si legge nella bozza di intesa sul sito del Comune di Riomaggiore – costituiscono elencazione tassativa per cui la ricezione di istanze riferite o riferibili al loro svolgimento sotto qualsiasi forma saranno considerate irricevibili e ne sarà data comunicazione all’interessato per le vie di rito”. In altre parole, saranno vietate: —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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