(Adnkronos) – "Fare la cattiva sul set è bellissimo, ti sfoghi in tutto e per tutto, ma io sono una che cerca sempre di smussare gli angoli. Sono determinata ma quasi mai autoritaria, il potere non mi affascina e nemmeno gestire le persone come marionette”. Claudia Gerini e la sua proverbiale sincerità al Filming Italy Sardegna Festival, in corso al Forte Village di Santa Margherita di Pula, dove l’attrice – ormai un’habituée della kermesse- racconta i suoi nuovi progetti, tra cui due ‘noir’. “Sono diversa dalle donne forti che interpreto sul set -spiega ai giornalisti l’attrice romana- Mi piace l’armonia, evito lo scontro fino alla fine, non amo sottolineare il mio potere”. E a proposito di ruoli da ‘dura’, rivela che fra i progetti in uscita “il primo è una serie Netflix che attendo con ansia, 'Sara', tratta dai libri di Maurizio De Giovanni, diretta da Carmine Elia, dove recito insieme Teresa Saponangelo. Siamo l’Unità speciale dei servizi segreti, c’è un mistero legato sia alla nostra vita privata che al nostro lavoro”. Stasera al Filming Italy l’attrice presenterà il trailer in anteprima del film ‘Il Corpo’, un noir di Vincenzo Alfieri distribuito da Sony “dove interpreto un’altra donna fortissima, Rebecca, a capo di una casa farmaceutica, molto ricca, potente ed eccentrica. Sposata con un uomo molto più giovane di lei, un trentenne con cui ha un rapporto un po’ controverso di sudditanza da parte di lui. Poi vedremo che questa donna muore e non se ne trova più il corpo. C’è un mistero dietro, e a fare le indagini sarà l'attore Giuseppe Battiston”. Non solo noir e donne ‘cattive’, però. Nei progetti in lavorazione di Claudia Gerini ci sono infatti anche due commedie. Una è l’esordio della regista Solange Tonnini, 'E se mio padre', ambientata negli anni Ottanta, dove lei recita al fianco di Massimo Ghini. “Una commedia deliziosa basata sullo sguardo di una bambina di 11 anni -spiega l’attrice- che ha un padre latitante della cui doppia vita tutta la famiglia è a conoscenza, ma a lei non dicono la verità. Io sono la mamma, la seconda moglie di quest’uomo che ha una doppia famiglia, una donna dolcissima, accogliente, innamoratissima”. Nella carriera di Claudia Gerini si fa sempre più strada l’esperienza da regista, che “mi ha dato più consapevolezza. Una sorta di diploma in più, perché quando porti avanti un progetto come regista sei più consapevole di tutte le fasi di cui un attore non è sempre cosciente, come il montaggio”. Anche su questo fronte, ci sono diversi progetti in corsa per lei. "Ora ho fatto la regia di un corto nell’ambito dei 100 anni dell’istituto Luce: hanno chiesto a otto registi di dirigere un corto ognuno su un tema, il mio è sulla 'scuola di fidanzate' che esisteva all’epoca”, rivela. E anche se “sono sempre un’attrice”, una volta che fai la regia “la vuoi rifare. Qualche idea ce l’ho”.  Ad esempio, spiega Gerini, nel futuro c’è un fantasy horror. Una passione che l’attrice e regista condivide con il suo ex Federico Zampaglione: “Ma questo è più fantasy di quelli di Zampaglione che ci va giù pesante”, scherza. Poi qualche considerazione sulle difficoltà del cinema italiano, e sul tax credit: “Le regole vanno un po’ ridisegnate. Ci sono state molte dispersioni di fondi, si dovrebbe scegliere in modo più selettivo le produzioni e portarle avanti. Dobbiamo fare sistema, rete, rilanciare il sistema cinema italiano che dovrebbe essere più unito”. Un’idea? “Sarebbe bello vedere, a Venezia, una serata di tutto il cinema italiano”, volta a “promuovere non solo il proprio film ma anche quelli degli altri. Gli americani lo fanno. Da noi c’è ancora molta frammentazione". —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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