Giuseppe Conte ha compiuto l’impensabile: eliminare Beppe Grillo, archiviare il vincolo del doppio mandato e trasformare il Movimento 5 Stelle nella stampella del PD. Un tempo simbolo di rivoluzione politica, ora il M5S sembra essersi adattato al ruolo di “utili idioti” per Elly Schlein e compagni.

Il risultato? Il popolo pentastellato approva, mentre Grillo, con il suo consueto sarcasmo, commenta la metamorfosi: “Da francescani a gesuiti”. Ironico, ma tragico.

Grillo e Di Battista: i fantasmi del passato

Che fine farĂ  Grillo? Difficile immaginare un ritorno in grande stile per un leader ormai stanco e distante. E Di Battista? Anche lui, l’unico che abbia provato a proporre un’alternativa, sembra sparito dai radar. Con una leadership in crisi e il malcontento interno che cresce, il Movimento potrebbe essere diretto verso l’auto-distruzione.

La strategia di Conte: salvezza o estinzione?

Conte si presenta come il salvatore, ma i numeri parlano chiaro: il Movimento perde consensi giorno dopo giorno. Forse la sua strategia aiuterĂ  a tamponare l’emorragia, ma il rischio di trasformarsi in un partito fantasma è piĂą concreto che mai.

E mentre il M5S si sgonfia, Fratelli d’Italia si accende

Nel frattempo, Fratelli d’Italia dibatte furiosamente. Sulla politica estera o economica? Assolutamente no. Il grande tema che scuote il partito è: togliere o mantenere la fiamma dal simbolo?

Gli innovatori vogliono cancellare ogni legame con il passato per compiacere moderati e alleati. Dall’altra parte, i tradizionalisti difendono la fiamma non per nostalgia, ma per evitare che finisca in mani altrui. Un dibattito che urla modernità.

Il futuro del M5S: dalla rivoluzione al bagagliaio

Con la guida di Conte, il Movimento sembra essersi trasformato da forza dirompente in una comoda ruota di scorta per la sinistra. Un destino amaro per chi si era promesso di cambiare tutto. Riuscirà il Movimento a risorgere o il sogno pentastellato è definitivamente tramontato?

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