Barista della crocetta si incatena e fa lo sciopero della fame: a distanza di un anno dal primo lockdown la disperazione fa capolino in molti esercenti. Parliamo di baristi, ristoratori o di titolari di palestre che hanno subito soprattutto sulla loro “pelle” le misure di chiusure anti-covid.
“Dopo un anno non è cambiato nulla, con l’elemosina dello Stato non riesco neanche a pagare il pane“. Così Nico Drago, 55 anni, proprietario del caffè Piazzi, nel quartiere Crocetta di Torino. Da ieri è in sciopero della fame.
La protesta di Drago, giorno e notte
Durante il giorno si è ammanettato al suo dehors, mentre la notte dorme in una tenda piazzata davanti al suo locale.
“Qui in zona lavoravo grazie agli uffici ora che tutti sono in smart working non ci sono più clienti – spiega il barista – il mio gesto non è solo contro il governo, ma anche per svegliare quelle partite Iva che ancora non si sono ribellate. Anche loro devono protestare per salvare la loro attività. Morire di Covid o di fame non abbiamo opzioni. Lo Stato è un lupo e noi siamo purtroppo un popolo di pecore”.
Un anno di chiusura forzata non ha portato Drago a ad avere debiti con l’erario, ma con “amici e familiari a cui ho chiesto soldi per andare avanti” e ora “non so come saldarli”. Ad appoggiare la protesta il movimento ‘Partite Iva Libere’, con il segretario Enzo Macrì, e l’Associazione Fieristi Italiani, con la segretaria nazionale Serena Tagliaferri “Siamo qui per portare il nostro sostegno – affermano all’Ansa – una scelta quella di Drago coraggiosa. Sta mettendo a repentaglio la sua salute. Un atto forte che significa molto”.
[…] Abbiamo intervistato Nico Drago, titolare del bar Piazzi in via Piazzi 28, a Torino in zona Crocetta. Da giorni dorme accanto al suo Dehor e ha iniziato lo sciopero della fame. La sua protesta è contro le restrizioni, che da più di un anno riguardano soprattutto bar e ristoranti. Ne avevamo già parlato qui. […]