(Adnkronos) – L'arresto di Danilo Coppola, ad Abu Dhabi, è una di quelle notizie che i vecchi cronisti finanziari apprendono con particolare coinvolgimento. L'istantanea che hanno di fronte agli occhi è sempre quella scattata nell'estate del 2005, quando l'imprenditore aspirava a fare il banchiere durante le scalate a Bnl e Antonveneta. Si muoveva nell'alta finanza con la sfrontatezza condivisa con gli altri due 'furbetti del quartierino' Stefano Ricucci e Giuseppe Statuto. Insieme a Francesco Gaetano Caltagirone fanno parte del nocciolo duro del Contropatto, ci sono dentro anche Vito Bonsignore, Ettore Lonati e Giulio Grazioli, che lavora per contendere la Bnl agli spagnoli del Bbva.   Oggi paga le conseguenze della bancarotta del suo gruppo imprenditoriale ma allora Danilo Coppola era uno degli astri nascenti di una finanza già a corto di capitali. In via Barberini, a Roma, c'è l'ufficio del Gruppo Caltagirone. Diventa in quell'estate di quasi vent'anni fa la sede di una trattativa serrata per la cessione delle quote del Contropatto a Unipol, di Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti. Una domenica, in particolare, resta alla storia. E' il 17 luglio 2005 e i vertici del gruppo assicurativo consegnano l'offerta, accettata, per la cessione del consistente pacchetto azionario della banca che aveva sede in Via Veneto.  Danilo Coppola, insieme agli altri 'contropattisti' che lasciano la sede di Caltagirone, conferma ai giornalisti che l'affare è andato in porto. Maglioncino sulle spalle, alla guida di una Aston Martin, dispensa sorrisi e cenni di vittoria. Ha appena incassato una ricchissima plusvalenza. E' il volto di un nuovo capitalismo arrembante, che si è spinto lì dove nessuno pensava potesse arrivare, nel cuore della finanza italiana.   Quell'istantanea dura però lo spazio di un'estate. Da lì a pochi mesi le conseguenze finanziarie, giudiziarie e politiche di quella vicenda travolgeranno buona parte dei protagonisti che l'hanno vissuta, Caltagirone escluso. In concorrenza con l'altra scalata, quella all'Antonveneta, costerà anche la poltrona all'allora Governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. Alla fine Consorte 'non avrà una banca', parafrasando la domanda, intercettata e diffusa alla stampa, che gli rivolse l'allora segretario del Pd Piero Fassino, e Bnl finirà ai francesi di Bnp Paribas. Coppola, invece, continuerà ancora a cercare di fare i propri affari. Fino alla bancarotta, ai processi, e al nuovo arresto di oggi. (Di
Fabio Insenga)  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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