Mondo del Taxi in fermento. Oltre al Ddl Concorrenza voluto dal Governo Draghi, che apre di fatto alle multinazionali nel trasporto pubblico non di linea, si aggiunge l’accordo appena siglato fra ItTaxi e Uber.
Tale accordo prevede un “patto” con il colosso Californiano di collaborazione sulle “corse Taxi” della multinazionale, che verrebbero ‘passate’ tramite app ai tassisti. L’accordo non vede l’approvazione della maggior parte del mondo taxi, che definisce appunto Uber il primo nemico del servizio pubblico così come è inteso oggi.
Il presunto incontro tra Uber e Mario Draghi
A ciò si aggiunge la voce di un possibile incontro, prima di tale accordo, tra Uber e il primo ministro italiano Mario Draghi. Sul piede di guerra i sindacati che “ritengono gravissima” l’ingerenza del Premier. “Riteniamo gravissima, se confermata, l’indiscrezione relativa ad un possibile incontro tra l’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Ceo Mondiale di Uber ed il suo staff. Avvenuto poche ore prima della presentazione alla stampa dell’accordo tra ItTaxi e la nota multinazionale californiana”. Così in una nota Ugl-taxi, Federtaxi-Cisal, Usb-taxi, Uritaxi, Ati-taxi, Unimpresa, Fast Confsal-taxi, Tam, Claai, Satam, Or.s.a.-taxi, Uti e Atlt.
“Ad oggi, a sedici mesi dall’insediamento del Governo Draghi – continua la nota – nessuno a livello istituzionale ha incontrato i rappresentanti dei lavoratori del mondo taxi. Nonostante numerose e reiterate richieste di confronto e due inevitabili fermi nazionali di categoria, per chiedere la conclusione dell’iter normativo di riforma del comparto già avviato nel 2019. Ed in particolare la regolamentazione dell’attività delle piattaforme di intermediazione digitale. Nella Costituzione repubblicana troviamo i sindacati ma non le multinazionali straniere: che il rappresentante di una di esse – conclude la nota – che non paga un centesimo di tasse in Italia e spesso ha violato le norme dei Paesi in cui agisce, riportando anche numerose condanne, possa essere ricevuto presso la Presidenza del Consiglio, tra l’altro nel pieno di una pretesa quanto ingiustificata riforma del settore, mentre i rappresentanti dei lavoratori sono snobbati, se confermato, sarebbe gravissimo”.