In Piemonte si sta consumando una vicenda dolorosa. Due bambini, da oltre un anno, vivono senza alcun contatto con la loro famiglia d’origine.
Nessun incontro con genitori e nonni, nessuna telefonata, nessun abbraccio. Un distacco totale che lascia spazio a domande e polemiche.

Le accuse della famiglia: “manipolazione e condizionamento”

Secondo i Servizi Territoriali e il Curatore, sarebbero stati proprio i bambini a rifiutare ogni rapporto con i loro familiari. Una versione che la famiglia respinge con forza. Parlano di manipolazione, di condizionamenti inaccettabili, convinti che ai piccoli sia stata negata la possibilità di esprimere liberamente il loro desiderio di mantenere un legame con i propri cari.

Un sistema sotto accusa

La vicenda ha acceso i riflettori sul sistema di tutela minorile in Piemonte. Ogni anno, i servizi sociali della regione ricevono oltre 12 milioni di euro per garantire il benessere dei minori e favorire, quando possibile, il riavvicinamento alle famiglie d’origine. Tuttavia, in troppi casi questo riavvicinamento non avviene, lasciando i bambini intrappolati in un sistema che molte famiglie denunciano come poco trasparente.

Un modus operandi che preoccupa

Questa non è l’unica vicenda controversa. Le associazioni coinvolte hanno denunciato un altro caso molto simile, dove gli stessi operatori sociali sarebbero responsabili di comportamenti che non favoriscono la ricostruzione dei rapporti affettivi con le famiglie di origine e non garantiscono il rientro dei minori nelle loro case. Questo ripetersi di situazioni simili fa emergere un modus operandi preoccupante, che sembra allontanare i bambini dai propri cari invece di aiutarli a mantenere legami significativi.

La mobilitazione delle famiglie e delle associazioni

Di fronte a questa situazione, la famiglia dei bambini non è rimasta in silenzio. L’avvocato ha presentato una denuncia formale, ma le richieste di ristabilire i contatti sono state respinte. La vicenda ha suscitato l’indignazione di centinaia di persone: oltre 550 firmatari hanno già aderito a una petizione che chiede interventi immediati.

Le richieste sono chiare:
Rimozione degli operatori coinvolti.
Indagini approfondite sulle decisioni prese.
Revisione dei fondi destinati agli affidi.

Inoltre, le associazioni hanno promosso la richiesta di un incontro urgente con l’assessore Jacopo Rosatelli, per discutere non solo questa vicenda, ma anche l’altro caso analogo che evidenzia criticità simili. Tuttavia, questo appello è rimasto finora senza risposta.
Chi restituirà a questi bambini il tempo perso e l’amore negato? Questa è la domanda che riecheggia, mentre si attende che le istituzioni diano finalmente risposte concrete.

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