(Adnkronos) – Sono sette, dopo le verifiche svolte dalla Commissione parlamentare Antimafia, i candidati ritenuti 'impresentabili' alle prossime elezioni europee, in violazione del codice di autoregolamentazione. Si tratta di Angelo Antonio D'Agostino candidato Fi-Noi moderati-Ppe nella circoscrizione Italia Meridionale, Marco Falcone candidato Fi-Noi Moderati-Ppe per la circoscrizione Italia insulare, Alberico Gambino candidato Fdi nella circoscrizione Italia Meridionale, Filomena Greco candidata per Stati Uniti d'Europa nella circoscrizione Italia meridionale, Luigi Grillo candidato per Fi-Noi moderati-Ppe nella circoscrizione Italia Nord occidentale e Antonio Mazzeo candidato Pd nella circoscrizione Italia centrale e Giuseppe Milazzo candidato FdI nella circoscrizione Italia insulare. Tra proteste e incredulità, ecco cosa rispondono gli 'impresentabili'. "Io ho fatto 15 anni di processi, fu sciolto il consiglio comunale sulle accuse per le quali fui arrestato. Dopo 15 anni sono stato prosciolto e assolto in tutti i gradi di giudizio da tutti i fatti perché 'i fatti non sussistono' e quegli stessi fatti per cui fu sciolto il consiglio comunale non esistono. Dopo il danno subito c'è anche questa beffa", sottolinea Alberico Gambino, candidato Fdi alle europee, già sindaco di Pagani (Salerno) commentando all'Adnkronos la verifica della Commissione parlamentare Antimafia. “Ho appena letto il mio nome tra quelli suggeriti come'impresentabili' in vista delle prossime elezioni. Per quanto mi sforzi non riesco a capire come si possa bollare come 'impresentabile' a 10 giorni dal voto una persona che mai ha avuto una condanna, mai ha avuto a che fare con certi ambienti e che è sempre stato e sempre sarà dalla parte della legalità e della correttezza”, le parole di Antonio Mazzeo, candidato alle europee per il Pd e presidente del Consiglio regionale della Toscana. “Per uno come me, che ha iniziato a fare politica sulla scia dell'esempio di Falcone e Borsellino, vedere il proprio nome associato alla parola mafia fa semplicemente inorridire – prosegue -. Sono rinviato a giudizio per una indagine sulla chiusura del quotidiano l'Unità di cui, nel 2012 e per spirito di servizio in un momento di grande difficoltà del quotidiano, sono stato per 6 mesi membro del CdA prima di dimettermi. Ho presenziato a tutte le udienze del processo, ho ribadito la mia totale estraneità ai fatti e sono fiducioso che anche i giudici, seppure dopo anni che nessuno mi restituirà, faranno altrettanto. Ma tra questo ed essere definito 'impresentabile', specie da un ente il cui nome fa riferimento alla parola 'mafia', c'è un baratro”. "Non ho nessun conto in sospeso con la giustizia e nessun processo in corso. Non si comprende dunque perché dovrei essere accusato di aver violato il Codice di autoregolamentazione", quanto dichiara quindi il senatore Luigi Grillo, candidato alle elezioni europee per Forza Italia-Noi Moderati-Ppe, finito tra i nominativi giudicati 'impresentabili'. "Il Tribunale di Genova, con sentenza del gennaio 2015, ha sancito la mia piena riabilitazione. Peraltro la lista che rappresento ha deciso di proporre la mia candidatura solo dopo aver eseguito scrupolose verifiche, ispirate dallo spirito di legalità posto alla base dell’attività politica, e non mi avrebbe scelto se fossero saltati fuori dubbi o sospetti – spiega Grillo- . Quanto comunicato dalla presidente della Commissione è dunque inspiegabile. Per la legge infatti posso assumere qualsiasi tipo d’incarico, incluso quello di revisore dei conti, dal momento che sono un commercialista", conclude l’ex parlamentare. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)