“È accaduto martedì scorso, quando proprio l’ufficio elettorale del comune settimese ha rifiutato categoricamente di ritirare i moduli per consentire alla propria cittadinanza di esercitare un atto di democrazia. Ovvero consentire ad un partito anti-sistema di potersi presentare alle politiche del 25 settembre. E rappresentare in Parlamento chi in tutto questo tempo è stato calpestato nei suoi diritti fondamentali”.

“Prima il sindaco Torinese Lo Russo ha ritardato la concessione della delega ai suoi funzionari comunali per autenticare le firme per Italexit. Ora Settimo, cittadina tra le più importanti dell’hinterland Torinese, se ne inventa un’altra pur di fare ostruzionismo e pregiudicare la raccolta firme”. Commenta il referente della città metropolitana di Torino e vice coordinatore regionale di Italexit Franco Trivero.

Un ultimo tiro mancino ad opera di tutti i partiti che hanno sostenuto il governo Draghi ha costretto infatti Italexit per l’Italia con Paragone a dover raccogliere le firme nel mese d’agosto. Mentre sono stati esentati tutti i partitini nati anche solo un mese fa come quello di Di Maio.

“Accortisi della gaffe, proprio il responsabile dell’ufficio elettorale comune prova a giustificare dicendo che non erano in possesso di tutte le informazioni. E nel dubbio hanno preferito rifiutare di esercitare un atto dovuto: quando si dice la toppa è peggio del buco”. Aggiunge Antonio Borrini consigliere comunale new entry nel partito di Paragone.

Questo ostruzionismo non solo pregiudica la raccolta firme, ma mette ulteriormente in pericolo la democrazia ad opera di chi si erge paladino della stessa. Questo accade nelle città governate dal PD che di democratico non hanno più neanche il nome.
Così in una nota Antonio Borrini, consigliere comunale per Italexit di Settimo Torinese.

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