Sul Corriere della Sera di Torino del 31 maggio 2020, è stata pubblicata una simulazione di YouTrend che darebbe il centrodestra, in caso di voto, vincente in tutto il Piemonte ad eccezione di Torino dove ancora il centro-sinistra manterrebbe un largo distacco. Spariti, praticamente, i Cinque Stelle, vincenti solo nelle aree più remote della Valle di Susa.

La simulazione, che non è un sondaggio, sembrerebbe pronosticare una facile vittoria del centro-sinistra alle prossime elezioni comunali di Torino che si svolgeranno nel 2021.

Nonostante la sconfitta di cinque anni fa, dopo un dominio durato quasi quarant’anni, il centrosinistra (non si sa ancora con quale volto) è pronto a riprendere il controllo di Torino.

La rivoluzione Cinque Stelle non c’è mai stata ed il centrodestra non pare avere le strutture (prima ancora degli uomini) adatti a vincere la sfida.

E’ vero che oggi esiste una classe dirigente “nuova” nel centro-destra a trazione leghista. Penso a Molinari, Ricca e Benvenuto, che possono dare linfa vitale ad una battaglia che potrebbe essere vinta. Ma è anche vero che continua a mancare profondità strategica e programmazione a lungo termine.

L’Appendino vinse a Torino per i demeriti del Partito democratico, in forte crisi di identità e conseguentemente di consenso. I Cinque Stelle costituirono quindi una valida alternativa “di sinistra”, su cui far convogliare i voti dei tanti delusi della gauche torinese orfana del Pc e ormai riconvertita al liberalismo di stampo progressista. In più, anche una parte dell’elettorato del centro-destra si fece ingolosire dalla possibilità di mandare a casa il Partito comunista, nelle sue molteplici forme ed evoluzioni e quindi sostenne la Appendino che in effetti pensionò anzitempo Piero Fassino.

Ora il quadro pare cambiato. La Appendino è riuscita a scontentare tutti, non facendo praticamente nulla.

E’ ancora presto per ipotizzare una sua definitiva uscita di scena ed in politica, in questi anni, le cose cambiano dall’oggi al domani; tuttavia il Partito democratico sembra convinto di non dover replicare l’alleanza che regge il governo anche sul locale. La sinistra punta a vincere da sola. La sua struttura è sì ammaccata, ma ancora in piedi e, soprattutto, non ha rivali.

La destra, sia quando è all’opposizione (ossia sempre nel torinese), sia quando governa (ad esempio in Regione), pare incapace di costruire (o comunque sostenere) strutture alternative alla sinistra nei campi della cultura, dell’editoria, del sociale, dello sport etc.

E’ semplicemente inaccettabile, tanto per fare un esempio, che partiti rappresentati in parlamento non abbiano sedi di partito aperte nei quartieri, pronte a fare politica sul territorio.

E pensare che uomini, iniziative e mezzi, non manchino, eppure la classe dirigente del centro-destra sembra più interessata rafforzare personalismi che proporre un gioco di squadra ampio ed inclusivo.

Il centro-destra a Torino alle prossime comunali rischia di rimanere, quindi, di nuovo spettatore, mentre avrebbe tutti gli strumenti per dare battaglia.

Sono necessari, per vincere, programmazione e sacrifici: “investire” oggi su uomini, sedi, cultura e strutture associative per poter costruire una valida alternativa di governo al centro-sinistra che altrimenti rischia di governare per i prossimi quarant’anni la città.

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