(Adnkronos) – “La co-somministrazione di quattro vaccini contemporaneamente (Esavalente, anti pneumococco, antimeningite B, anti rotavirus) ci ha consentito di risparmiare tre sedute vaccinali sotto i due anni: in Calabria le sedute sono infatti quattro anziché sette determinando anche una maggiore adesione e il tempestivo completamento dei cicli vaccinali, senza alcun aumento di reazioni avverse. Obiettivamente”, le 4 sedute vaccinali anziché 7 migliorano la compliance, “producendo una maggiore copertura vaccinale, soprattutto per quelle vaccinazioni cosiddette raccomandate e non obbligatorie. E, naturalmente, consentono un risparmio di tempo e di risorse umane, ma anche minore discomfort dei genitori che devono presentarsi soltanto quattro volte nei primi due anni, anziché sette”. Così Sandro Giuffrida, direttore del dipartimento di Prevenzione e Uoc Igiene e Sanità Pubblica Asp Reggio Calabria, all’Adnkronos, commenta i risultati dei due anni di esperienza di calendario vaccinale in Calabria, in occasione dell’incontro Ecm dedicato al tema e organizzato recentemente a Vibo Valentia. “La co-somministrazione – continua Giuffrida – esperienza di 'best practice', che in Calabria estendiamo, da parecchio tempo, anche alla popolazione adulta/ anziana è uno strumento straordinario che consente di fare più vaccinazioni nello stesso soggetto riducendo il rischio che qualche vaccinazione venga saltata e che, quindi, il bambino non venga adeguatamente immunizzato. La co-somministrazione è uno strumento straordinario perché consente di somministrare più vaccini contemporaneamente e conseguire maggiori risultati sia in termini di adesione alle vaccinazioni che di risparmio di risorse”. Ricordare ai genitori anche le vaccinazioni raccomandate e non solo le obbligatorie “è importantissimo – osserva Giuffrida – perché le vaccinazioni sono tutte importanti e non dovrebbe esserci alcuna distinzione tra obbligatorie e raccomandate. Purtroppo la distinzione ancora esistente induce alcuni genitori a rinunciare a quelle raccomandate, soprattutto se le programmi in giorni diversi dalle obbligatorie. La co-somministrazione di tutti i vaccini disponibili, in questi casi, ci permette invece di prevenire anche delle malattie estremamente pericolose, come le meningiti che sono molto frequenti soprattutto tra i 4 e gli 8 mesi di vita. Infatti co-somministrando si raggiunge la protezione del neonato entro questi ristretti limiti temporali. Se si rimandasse l’inoculazione, il bambino potrebbe contrarre la malattia quando non è ancora protetto. È inoltre importantissimo, al di là della co-somministrazione, promuovere tutte le vaccinazioni non obbligatorie nel neonato perché proteggono da malattie di cui adesso non sentiamo più parlare, proprio perché negli anni si è vaccinato talmente bene che sono quasi scomparse, ma pronte a ricomparire – aggiunge – nel momento in cui si abbassa la guardia e si riduce la copertura vaccinale. Per esempio in questo momento si stanno manifestando focolai di pertosse e morbillo. Infine, “la co-somministrazione non fa paura ai genitori – sottolinea Giuffrida – Se l'operatore sanitario è adeguatamente formato, è assertivo e magari accompagnato dalle raccomandazioni da parte del pediatra di libera scelta, come succede in Calabria, non c'è alcun dubbio sull’adesione dei genitori”. A conferma “c’è il dato che a Reggio Calabria si è raggiunta una adesione del 95% alla co-somministrazione. Quando viene adeguatamente presentata, i genitori aderiscono serenamente, anche considerando proprio il fatto che gli eventuali eventi avversi – conclude – si riducono perché un bambino che viene vaccinato soltanto quattro volte, rischia di avere la febbre, ove si manifestasse, soltanto quattro volte e non sette”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Rispondi