La Guardia di Finanza di Torino ha recentemente portato a termine un’importante operazione per contrastare le frodi nel settore agroalimentare. L’indagine, conclusa nel dicembre 2024, ha smascherato un sistema di commercializzazione di sementi falsamente etichettate come Made in Italy, ma provenienti in realtà da paesi come Cina, India, Ungheria e Tanzania.
Sequestrate tonnellate di sementi contraffatte
Durante le perquisizioni, le autorità hanno sequestrato:
263,3 tonnellate di sementi da orto già confezionate in 1,9 milioni di buste.
8,2 tonnellate di sementi nel sito di Forlì-Cesena.
Questi prodotti, destinati al mercato nazionale, erano confezionati con etichette ingannevoli che richiamavano l’origine italiana, utilizzando simboli come la bandiera tricolore e nomi di prodotti tipici italiani, tra cui il pomodoro San Marzano e il peperoncino calabrese.
Macchinari industriali sequestrati
Nel sito produttivo di Piacenza, i militari hanno bloccato l’attività di confezionamento sequestrando 29 macchinari industriali utilizzati per l’illecito. Sono stati trovati anche un milione di confezioni pronte per la distribuzione, contribuendo a evitare un ulteriore danno economico stimato in oltre 38 milioni di euro.
Come funzionava la frode
Le sementi, importate principalmente da paesi esteri, venivano confezionate in Italia con imballaggi che:
Esibivano immagini e diciture ingannevoli. Indicavano Regioni italiane di presunta provenienza. Richiamavano nomi di prodotti tradizionali italiani senza alcun processo di trasformazione.
Obiettivo: tutelare il Made in Italy
La Guardia di Finanza punta a una regolamentazione più severa per il confezionamento di prodotti importati, garantendo etichette trasparenti e la corretta indicazione della provenienza. Questo intervento è cruciale per difendere l’autenticità del Made in Italy e tutelare i consumatori da pratiche ingannevoli.