Era da tempo che i bambini del King Mila lamentavano ai genitori la scarsa qualità e quantità del cibo a loro servito a pranzo.
Le mamme e papà dei bimbi si sono dunque uniti, rivolgendosi ad un avvocato, per denunciare quello che, a loro detta, sta succedendo nella mensa scolastica. Mensa gestita da un’azienda leader della ristorazione collettiva.

Per seguire le famiglie è stata scelta l’Avv. Maria Cristina Mentigazzi che, con una diffida sia alla scuola che all’azienda, ha elencato tante “problematiche insorte. Che afferiscono soprattutto all’igiene e alla scarsa qualità del cibo fornito”.

Le accuse al servizio mensa della scuola King Mila

“Cibo scotto o troppo crudo, con capelli e peli all’interno. Vivande calde consegnate fredde, formaggio coperto da muffa, pane duro, frutta marcia. Addirittura insetti nei piatti fra cui cimici negli spinaci e larve nel riso, oltre che in quantità ridotta”.

Dunque è stato chiesto alla società di “desistere nelle condotte fino ad oggi adottate” e che in caso contrario “entro e non oltre otto giorni ci vedremo liberi di agire nelle opportune sedi. Per la tutela dei diritti e degli interessi di tutti i nostri assistiti. La sicurezza alimentare è seriamente messa in pericolo e questo richiede un intervento correttivo senza indugio”.

L’azienda ha promesso di difendersi da queste accuse, mentre la scuola non si è pronunciata. Il Servizio Mensa del Comune di Torino negli scorsi giorni ha mandato dei controlli nella scuola elementare King Mila. Ma non trovando nulla che non fosse a norma.

In passato c’erano stati problemi anche per il pranzo al sacco

Pare però che alla base di questa denuncia i genitori vogliano andare oltre alla scarsa qualità del cibo, integrando un vecchio problema con la dirigenza scolastica, ovvero il “panino da casa”. Infatti in una lettera successiva al Preside Giuseppe Panico si dice: “una mensa di scarsa qualità come quella di cui oggi si tratta, porta i genitori a ricorrere al pasto domestico. Chiediamo di poter riconoscere l’interesse dei genitori, ampliandone l’ammissione”.
Alla sentenza sul “panino da casa” il dirigente scolastico aveva risposto, a suo tempo, consentendo, a chi avesse fatto domanda prima di questa, di portare a scuola il pranzo a sacco. Cosa che aveva già allora diviso l’opinione dei genitori.

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