Sul numero di Limes, la principale rivista italiana di geopolitica, di marzo del 2022 (numero 2/2022) interamente dedicata alla guerra in Ucraina, è stata pubblicata un’interessantissima intervista a A. Wess Mitchell.
Wess Mitchell, texano, è stato assistente del Segretario di Stato per gli affari europei ed asiatici dal 2017 al 2019 (amministrazione Trump). Ed è considerato uno dei massimi esperti di geopolitica.
Nelle parole di Wess Mitchell si può trovare conferma di quanto ipotizzato nel mio articolo del 09 marzo 2022, pubblicato sempre su La Gazzetta Torinese. Ossia di come l’Europa sia stata trasformata in un campo di battaglia da Usa e Russia. Ed i cui interessi vengano spesso sacrificati in favore di quello dell’alleato anglosassone.
Guerra Ucraina, la vera lotta per la supremazia nel mondo è tra Cina e Usa
In sostanza Mitchell ci dice chiaramente come per gli USA l’Europa non rappresenti che uno scenario secondario e non più rilevante nello scontro tra potenze. La vera lotta per la supremazia nel mondo è tra Cina e Usa. Quindi l’Asia è divenuta il nuovo obbiettivo primario della politica estera americana.
Mitchell ce lo spiega in maniera chiara e senza troppi giri di parole: la strategia americana oggi prevede un dissanguamento dei russi in Ucraina (da trasformarsi in un nuovo Afghanistan). Così che il blocco Russo-Cinese ritardi i suoi piani di sviluppo militare. E gli Usa possono meglio prepararsi per difendere Taiwan o quantomeno possano prepararsi al meglio nell’evenienza che Taiwan venga conquistata dai cinesi.
In verità Mitchell dice qualcosa di ancor più inquietante
In caso di aggressione della Russia nei confronti di un paese membro della Nato, secondo l’esperto di geopolitica americana, gli Usa si faranno coinvolgere solo in maniera marginale. Preferendo concentrare le loro risorse sul fronte asiatico per prevenire o comunque ostacolare un eventuale attacco cinese a Taiwan.
Quindi, in estrema sintesi, nell’ottica statunitense, il sangue ucraino oggi è funzionale alla politica estera americana. In quanto ritarderebbe l’eventuale attacco cinese su Taiwan.
Una narrazione molto diversa e molto lontana da quella che i principali media italiana ci offrono. Non si sta combattendo una guerra del bene contro il male, della democrazia contro la tirannia. Si sta combattendo un conflitto tra superpotenze che sgomitano per estendere le proprie aree di influenza. O che cercano di difenderle. Ed è una guerra cinica, spietata e fatta sulla pelle degli europei.
In questo quadro l’Europa deve avere la lungimiranza e forza di costruire una propria autonoma politica estera. Proprio al fine di non svolgere il ruolo di agnello sacrificale
Bisogna smettere di continuare a recitare la parte di semplici pedine in un gioco di equilibri che oggi certamente non ci vede protagonisti. Sulla carta potremmo sbaragliare, forti del nostro peso economico, culturale, tecnologico, tutti gli attuali competitor e riscrivere gli equilibri mondiali. Il che peraltro non significa necessariamente recidere ogni forma di cooperazione, anche militare, con gli Usa. Ma più realisticamente tornare ad essere attori comprimari nel mondo multipolare che ormai si sta delineando. Ed in cui la leadership americana non è più scontata e che soprattutto ha sino ad oggi prodotto risultati non sempre brillanti.