(Adnkronos) –
"La tragedia dell'Heysel è stata la pagina più brutta della storia del calcio. Doveva essere una festa ed è finita in guerra". Lo dice all'Adnkronos Antonio Cabrini, ex terzino bianconero, nel giorno del 39esimo anniversario della morte di trentadue italiani, quattro belgi, due francesi e un nordirlandese, sugli spalti dello stadio di Bruxelles dove fu giocata la finale della Coppa Campioni tra Juventus-Liverpool. "Non sapevamo esattamente cosa fosse successo di preciso – racconta – quando la partita è iniziata si vociferava di una vittima, sebbene non cambi nulla tra 1 e 39. Non c'era il piacere di giocarsi una finale, ma poi abbiamo capito che, anche se forzata, la partita è stata meglio giocarla. Perché se i 40mila allo stadio fossero usciti e avessero visto i morti, sarebbe stata la caccia all'uomo e probabilmente i morti sarebbero stati molti di più". "Di quella notte ricordo la disperazione sul volto dei tifosi che avevano assistito alla tragedia, lo smarrimento di quelli che cercavano gli amici, i compagni, e non riuscivano a trovarli", continua Cabrini che oggi – riflettendo su un calcio cambiato – aggiunge: "Diversi i criteri con i quali si sceglie di sospendere o posticipare una partita, ma soprattutto oggi una finale di Campions League non si farebbe giocare in uno stadio fatiscente come era l'Heysel ma Madrid, a San Siro o a Monaco". (di Silvia Mancinellia) —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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