Erano gli anni 90 quando il mitico Nizza Millefonti giocava partite entusiasmanti ai “cinque campi” e, per i nostalgici, c’è un po’ di amarezza nel vedere questo storico impianto in stato d’abbandono da anni.
Il proprietario esiste ed è il Torino FC che, in concomitanza con il fallimento della società rossoverde, aveva rilevato l’impianto. Peccato che è ormai da diversi anni che la società granata non se ne cura. Cairo aveva fatto progettare un centro sportivo all’avanguardia, quasi al pari di Coverciano, e aveva stabilito un budget di 4 milioni di euro per la ristrutturazione.
Ora il campo sintetico, il primo arrivando da via Artom, è usato da ragazzi che talvolta vengono apposta anche da altre zone di Torino essendo dotato di quasi tutti i comfort e non essendo conosciuto da molti.
Si era parlato a fine febbraio della partenza dei lavori, ma sorge un nuovo problema, la struttura (una volta adibita a sede sociale del club) è stata occupata da un signore originario dell’est Europa, che ha addirittura messo un lucchetto all’entrata e che apre quando arrivano le orde di ragazzini a giocare.
Il presidente della U.S.D San Remigio Sandro Piras è da anni che, anche con la passata dirigenza, si batte per potersi aggiudicare i Campi Robaldo, ma con l’acquisto da parte del Torino la squadra con sede in via Rismondo ha le mani legate.
“Quando nel 2001 sono stato candidato alla circoscrizione 10, ora diventata 2, avevo fatto un progetto di riqualifica dell’impianto di strada Castello, che non guardava solo al calcio, ma allo sport in generale, non andato in porto con la mia esclusione” ci spiega Piras, e sulla questione bandi “negli anni sono stati aperti bandi dedicati perlopiù a società sportive, ma le basi per l’acquisto dell’impianto erano cifre astronomiche, a cui squadre di borgata come la nostra, non si potevano neanche avvicinare”.
Il presidente della San Remigio conclude dicendo “piange il cuore vedere uno spazio così grande abbandonato, soprattutto per chi come me quei campi li ha vissuti negli anni d’oro del calcio torinese“.
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