Il 12 marzo 1863 nasceva a Pescara Gabriele D’Annunzio. Il poeta rivoluzionario che riuscì a infiammare gli animi con i suoi scritti e con le sue azioni.

Soprannominato il Vate “poeta sacro e profeta”, cantore dell’Italia che occupò una posizione di straordinaria importanza nella letteratura italiana dal 1889 al 1910. Definito eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana.

Gabriele d’Annunzio poeta e soldato

Le note e celebre imprese di D’Annunzio soldato sono inenarrabili: dalla beffa di Buccari al volo su Vienna con un aereo da cui lanciò 400.000 volantini con cui invitava i viennesi ad insorgere. Fino ad arrivare sino a Fiume e alla creazione della Reggenza Italiana del Carnaro. La sua vita è riassumibile in “vivere inimitabile”. Una vita che, decisamente, non può essere imitata. Così il Vate volle fare della sua vita un’opera d’arte e visse in modo che così fosse.

In un epoca decadente, sia di spirito sia di etica, D’Annunzio avrebbe sicuramente aiutato l’Italia a insorgere e lottare. A credere nella patria, a non arrendersi e a continuare a lottare per i propri sogni.

“Ama il tuo sogno se pur ti tormenta
Amalo come se fosse l’unico
amalo come se avesse l’anima
amalo e raccontagli di te
amalo e ricordalo in te
amane il suo passato
amane il suo presente
ora.”

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