Il 23 Settembre 1943, in un paesino Sulle sponde del lago di Garda allora poco conosciuto, nacque la Repubblica Sociale Italiana.

Benito Mussolini, appena liberato dalla sua prigione sul Gran Sasso durante l’invasione degli inglesi e degli americani, scelse Salò come sede. E come punto di riferimento per la nuova Repubblica. Salò ospitava ministeri più importanti: quello degli Esteri e il Ministero della Cultura popolare. Oltre all’agenzia Stefani, che faceva da megafono-stampa del regime, e le forze politiche e militari, mentre gli altri erano localizzati nel resto del Nord Italia.

Il programma della RSI, esposto nel manifesto di Verona e approvato dal congresso del Partito fascista repubblicano (Verona 15-16 novembre 1943), rilanciava lo spirito rivoluzionario del primo fascismo. Un aspetto rivoluzionario della nuova Repubblica era la creazione di una Confederazione nazionale del lavoro. Con forme avanzate di legislazione sociale e la partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese.

La Repubblica Sociale incarnò la vera idea di socialismo che Mussolini e il fascismo cercarono di tradurre e mettere in pratica durante la Repubblica di Salò. Basti pensare che Bombacci, socialista, morì a Salò e che Che Guevara, sul suo comodino, pare avesse un copia del Manifesto di Verona.

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