Il Piemonte in arancione da ormai due giorni si appresta a fronteggiare la variante inglese.
Gli esperti la definiscono più aggressiva e con più facile diffusione, anche se molti esperti pensavano che le varianti siano sempre circolate ma solo in questo periodo studiate con più precisione e analizzate.

Con 1.155 nuovi casi positivi a fronte di 13.936 tamponi, il tasso di positività (8.3%), resta in linea con l’8.4% di ieri. Si conferma però l’aumento dei ricoverati, 7 in più rispetto a due giorni fa.

La nota della Regione Piemonte sulla variante inglese

“La corsa della variante inglese risponde a ciò che aveva ipotizzato l’Istituto Superiore di Sanità. Ma fortunatamente non abbiamo riscontrato né la variante brasiliana né quella sudafricana. In ogni caso stiamo affilando le armi. Ho appena chiuso una riunione con i direttori generali degli ospedali, ai quali ho chiesto di predisporre più letti Covid e riaprire nuovi posti di terapia intensiva. Mercoledì invece faremo una riunione molto ampia sul piano territoriale.

Abbiamo inserito nuovamente l’idrossiclorochina nei protocolli di cura, a cui aggiungiamo la vitamina D. E inviteremo i medici di medicina generale a dare attuazione ai protocolli. La risposta territoriale è fondamentale affinché il sistema possa reggere l’onda d’urto”.

Per Icardi la zona arancione è uno stato necessario e sottolinea la pericolosità nelle scuole, facendo una riflessione sulla continuità o meno delle lezioni in presenza.
Ma dimenticano che il problema di affollamento è presente soprattutto nei mezzi pubblici per raggiungere le scuole e i luoghi lavorativi. Chiudendo le scuole, ma senza ampliare i mezzi pubblici si ottiene una risposta in acuto senza risolvere il vero problema. Problema evidenziato da personaggi politici torinesi giorni fa sui social.

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