Il lupo è indubbiamente uno degli animali più affascinanti della terra: selvaggio, predatore, difficile da controllare, spesso imprevedibile, impossibile da ammaestrare. A lui Aimé Maquignaz, grande avventuriero, artista e sublime conoscitore di montagne, dedica questo libro.
E lo fa con uno stile schietto e diretto in cui si evince la sua grande passione e il suo grande amore per questo animale. Maquignaz non si limita a raccontare come e perché i lupi sono tornati nei boschi italiani, dal Gran Paradiso al Cervino. E in quelli francesi, tedeschi e austriaci, dopo essere stati quasi sterminati. Ma ci fa conoscere i lupi per noi più lontani, dalla Mongolia e la Siberia al Canada.
Il ritorno del lupo, il suo ruolo nella storia, il rapporto con l’uomo
Maquignaz cerca di analizzare e comprendere il ruolo che il lupo ha avuto nella storia, nell’arte, nelle fiabe e nelle leggende, nei miti, nel folklore, nella superstizione della nostra gente (emblematico è il racconto di Ayak, Maya e del loro figlio Lupetto). Perché la storia di questo splendido animale segue il percorso e la storia dell’uomo sin dai tempi antichi.
Un rapporto, raramente idilliaco e spesso conflittuale, che si è sviluppato nei secoli. Un rapporto che, come ammette lo stesso autore, deve tornare a essere viscerale, come lo era una volta. Il ritorno del lupo è dedicato a tutti quelli che sono ancora capaci di stupirsi delle meraviglie della natura e che sanno vedere negli occhi del lupo la luce dell’universo.
L’autore Aimè Maquignaz
Nasce nel 1946 a Valtournenche, in Valle d’Aosta. Dopo essere stato prima sindaco di Valtournenche e poi consigliere regionale, si è dedicato alla gestione del suo hotel. Appassionato e stimato pittore, compie nel corso degli anni una serie di viaggi in Europa, Africa, Russia, Giappone, Mongolia, Canada. Nel 2014 pubblica, per Mondadori Electa, Il cacciatore di libertà e, per Musumeci, nel 2017, La Valle del Paradiso.