Dopo aver parlato qui del caso di Violetta, la bambina strappata al papà affidatario mentre si trovava a scuola, abbiamo intervistato la prof.ssa Vincenza Palmieri, ambasciatrice dei diritti umani nel mondo e fondatrice della Pedagogia Familiare in Italia e Presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare.
Massima esperta e autrice di numerosi volumi fra i quali la collana “Politiche sociali e dintorni” per la Armando editore e “La filiera psichiatrica in Italia, da Basaglia a Bibbiano fino al tempo del Coronavirus”. E’ consulente Tecnico di parte in Piemonte e su tutto il territorio Nazionale e restituisce con il suo lavoro quotidiano sul campo, tantissimi bambini alle famiglie, dalle quali sono stati allontanati ingiustamente e con interventi autoritativi.
Prof.ssa Palmieri, ci parla del cosiddetto “sistema Piemonte” riguardante la sottrazione dei minori alle famiglie?
“La situazione Minori del Piemonte è affine a quella di tutte le regioni italiane. Ma emerge per alcune specificità particolari.
Con l’Istituto che presiedo, poi, abbiamo stretto – sempre per citare un singolo esempio – una convenzione importante con il Comune di Strambino sul Programma Nazionale “Mai più un bambino”, che prevede tutele importanti per i Minori tra cui “Stop al TSO, Stop alla pandemia di dislessia nelle scuole” ed altri punti programmatici importanti.
Per cui, per alcuni versi, il Piemonte è diventato addirittura un simbolo positivo.
Ma, congiuntamente a questo, abbiamo avuto una serie di segnali preoccupanti. Intanto, una infinità di casi di cui mi sono occupata, sempre qui in Piemonte, di una crudeltà ed efferatezza inusitate a cui è seguita una totale chiusura delle Istituzioni. Episodi in cui abbiamo visto ragazzini portati via davanti ad una scuola da un plotone di operatori e rinchiusi in comunità psichiatriche solo perché “litigavano con i genitori”.
Al di là di questi fatti specifici, in Piemonte abbiamo registrato la presenza di ben 531 Strutture per Minori e 146 Enti che gestiscono tali Strutture.
Il dato più significativo, tra i tanti, è quello di ben 52 Strutture Psichiatriche per Minori: il Piemonte è la Regione col maggior numero di Comunità Psichiatriche in Italia!
Da questo deduciamo che il Trattamento psichiatrico per i Minori è preferenziale, una linea guida, un indirizzo privilegiato per la soluzione di eventuali fragilità che possono manifestarsi all’interno delle Famiglie Piemontesi. Continuiamo a parlare di “Famiglie Fragili che hanno bisogno di aiuto”, e questo è corretto. Il vero sfondo integratore di ogni situazione di marginalità è quello della povertà. A seguito della quale la soluzione diventa l’intervento autoritativo e l’allontanamento dei bambini (con spese, tra le altre cose, dai 250 ai 400 euro al giorno)”.
Lei ha parlato spesso di connivenze di sistema, ci spieghi meglio…
“Il numero di Strutture riportato è un numero che cresce. E questo è un dato significativo. Nascono Comunità ogni giorno. E la Comunità per Minori è uno dei principali business di natura economica ma anche politico-elettorale.
Quando parliamo di 146 Enti, stiamo parlando di 146 organismi – tra Cooperative, Religiosi, Privati vari – che hanno un potere infinito: stiamo parlando di pacchetti di voti che si muovono in maniera importante, attraverso il sistema delle Convenzioni. Il rapporto di dipendenza indiretto con le Istituzioni, infatti, le lascia sfuggire ad arte al sistema istituzionale dei controlli.
Attualmente, in Piemonte si contano 2.700 posti letto per bambini sottratti alla propria famiglia. Ognuno di questi posti, quando resta vuoto, rappresenta un mancato guadagno. Ecco, allora, che spesso vengono occupati anche da bambini provenienti da altre Regioni. A tutto ciò dobbiamo aggiungere un elemento ulteriore, importantissimo. Il fitto sistema della Formazione Regionale, all’interno di tale Sistema.
E sappiamo che all’interno di tutto questo ci sono i Guru della Formazione – connessi e conniventi con il sistema politico – che hanno conquistato i loro spazi di potere e dettano legge, linee guida, fino a dettare i singoli abusi. E allora è tutta una filiera, che si snoda lungo un percorso che ci indica persone che ricoprono ruoli importanti, nodali, CTU, CTP, Servizi Sociali che alimentano il Sistema.
Persone che si sono formate all’interno di Associazioni che oggi – a seguito dello scandalo Bibbiano – sono ad esempio inquisite con 150 capi di imputazione.
Ma il Metodo, il Sistema non si ferma con l’arresto e la gogna pubblica di alcuni, il Sistema continua a tessere le proprie maglie in tutta Italia; e anche all’interno dello stesso Piemonte.
È il Sistema di connivenza tra Potere Politico, Autorità Giudiziaria e Lobby Psichiatriche e della Formazione; ed è questo che, con coraggio, va scardinato. Non basta, purtroppo, far uscire un bambino da una Casa Famiglia e riportarlo a casa. Ma è su questo Sistema Economico/Politico che si deve incidere”
Quali sono i criteri e i metodi con i quali vengono portati via i minori ai genitori? E poi quali sono le pressioni fisiche e psicologiche che subiscono bambini e genitori?
“Una Filiera, appunto, composta dall’articolarsi connesso di Strutture che si alimentano tra di loro: la Cooperativa dei Servizi Sociali, la Cooperativa dell’Educativa Domiciliare, la Cooperativa delle Case Famiglia, la Cooperativa dei Centri per la Famiglia, presso cui avviene la cosiddetta valutazione genitoriale e in cui – sulla base di definizioni cristallizzate, o attraverso le ormai note macchinette – i genitori vengono giudicati inidonei.
E tale giudizio perché valutati “simbiotici”, “abbandonici” o per una sorta di presunto “rischio psico evolutivo” a cui potrebbe essere esposto il bambino. Tutte formule copia – incolla e ricorrenti, in mezzo alla “fiera delle falsità” o delle interpretazioni soggettive che non hanno niente di scientifico e quindi di VERO!
È così che si mette in moto il meccanismo, è così che si legittimano le deportazioni dei bambini.
I bambini che vengono strappati, letteralmente prelevati di forza davanti ad una scuola da un gran numero di persone che a loro sembrano energumeni: subiscono un’aggressione pesantissima, una violenza inaudita.
Per non citare i metodi di condizionamento psicologico a cui vengono sottoposti perché “confessino” qualunque cosa da poter poi usare contro i genitori di quei bambini.
Vengono attivate procedure d’urgenza, per cui un bambino viene “messo in sicurezza” in tutta fretta, salvo dover poi aspettare anni per verificare che non vi fossero affatto i presupposti per un intervento del genere – oppure si agisce attraverso le CTU (Consulenze tecniche d’Ufficio) in cui consulenti formati sempre all’interno di quel Sistema di cui detto, attingono alle definizioni copia – incolla che legittimano gli strappi familiari.
Spesso si toglie un bambino dalla propria famiglia per un ipotetico rischio (questo presunto “rischio evolutivo”) e lo si consegna ad una certezza di abuso ed infelicità.
Ci sono bambini che, proprio a seguito della tragedia dello strappo, sviluppano una serie di reazioni problematiche psichiche e fisiche. Bambini che si ritrovano ad involvere in maniera importante, a proposito di rischio evolutivo. Bambini grandi che improvvisamente tornano a fare la pipì a letto, per citare solo un esempio.
Ho visto bambini bravi a scuola che improvvisamente non riescono a tenere più la penna in mano. C’è un punto che vorrei che fosse chiaro: non sto dicendo che non esistano difficoltà in famiglia, problematiche che necessitino di un intervento. Ma sto dicendo che tale intervento deve essere compiuto in maniera privilegiata, all’interno della Famiglia stessa, non operando uno strappo violento. “Aiutiamo le famiglie a casa loro!”
La prassi devastante di dilaniare le famiglie è stata condannata ormai dall’intero pianeta. Ma non si ferma, ancora, perché il business – come dicevo – economico e politico è enorme e annidato ovunque. Non c’è colore politico d’amministrazione che ne sia rimasta indenne”
Lei accenna spesso a un “sistema Bibbiano” esteso all’intera Nazione. Abbiamo trattato già il caso della piccola Violetta, ma quante ‘Violetta’ ci sono in Italia?
“Violetta e tanti altri bambini rappresentano la declinazione del Sistema di cui abbiamo parlato e che non si preoccupa affatto dei Bambini. Perché, se se ne preoccupasse davvero, non li tratterebbe in questo modo.
È una vera e propria Strage degli Innocenti, davanti alla quale le Istituzioni Nazionali e il Governo Centrale ancora chiudono gli occhi.
Sembra che parlarne significhi schierarsi con questa o quella forza politica, non semplicemente schierarsi dalla parte giusta e dei Giusti: la parte dei Bambini.
Non dimentichiamo che, recentemente, uno dei leader di una forza politica del Paese – dopo aver rappresentato una piccola speranza di Giustizia, negli anni passati, in queste ore ha dichiarato: “Forse su Bibbiano abbiamo esagerato”, solo ed esclusivamente per mantenere in equilibrio un’alleanza elettorale.
Bibbiano, in questo, ha rappresentato l’apertura di una porta attraverso la quale l’Italia ha potuto guardare l’orrore dei bambini arrestati e torturati.
Ciò che l’Italia ha visto avrebbe dovuto unire tutti nella difesa dei bambini. E invece ciò a cui assistiamo conferma quanto detto: il business della filiera è politico e la politica non ha interesse a scardinarlo. Perché è alimentato proprio da questo.
La Casa Famiglia è solo l’ultimo anello della filiera. È “solo” la prigione dei Bambini. Perché qui dobbiamo chiamare le cose con il loro nome: queste sono prigioni. O MANICOMI. E questi sono Bambini al 41bis.
Violetta – che è “stranamente gonfia” priva di cure e presenta tutta una serie di somatizzazioni – è una bambina in prigione, punita per premiare e tutelare il Sistema. Violetta è una bambina messa in croce dal Sistema di Potere per salvaguardare se stesso.
Una bambina che non mostra al papà o alle sorelline rimaste invece a casa, la sua sofferenza. Che sta sviluppando una serie di condizioni fisiche ignorate. Punita perché non voleva piegarsi ad una scelta imposta dagli adulti. Arrestata in nome dell’Alienazione Genitoriale.
Torturata, rinchiusa, lontana da tutti, in isolamento come i Detenuti nei bracci speciali. Non vede più i suoi affetti.
E stiamo parlando semplicemente di una bambina che aveva fatto una scelta, una scelta affettiva.
Invece di obbligare gli adulti consapevoli a mettere in campo dei progetti, si è incarcerata una bambina senza colpa alcuna. E non vogliamo parlare di quanto all’interno di tali prigioni per Minori circolino sedativi e psicofarmaci per contenere il più possibile i bambini!
Anche quelli a cui non è prescritta alcuna terapia appaiono improvvisamente calmi in maniera eccessiva e innaturale.
Ma certo: i bambini non vogliono stare in prigione, hanno grosse reazioni in queste strutture.
E quante volte, nei blitz vi sono stati scoperti veri e propri fiumi di psicofarmaci? Chi paga per tutto questo?
All’interno di queste vicende ci sono errori gravissimi di Consulenze Tecniche d’Ufficio, che hanno determinato tutto questo. E che i Giudici hanno fatto proprie acriticamente.
In cui – come nel caso di Violetta – le decisioni sono state assunte senza mai incontrare la bambina assieme all’uno e poi all’altro genitore. Per un puro pregiudizio. E’ così che Violetta è stata catturata e imprigionata.
Non indoriamo la pillola: le parole sono queste.
Dov’è lo Stato per i bambini? Per Violetta, per i 4 fratellini che sono stati sottratti e poi anche separati per “evitare che costituissero un clan familiare”, per il piccolo orfano allontanato dallo zio unico affetto…
E potrei fare un elenco lunghissimo di bambini che entrano in queste prigioni e che improvvisamente vi si perdono. Bambini che suonavano il pianoforte, facevano sport, praticavano danza e tennis, proprio come Violetta, bravi a scuola… e che improvvisamente sono incapaci di tenere una matita in mano, con l’insegnante di sostegno e con qualche pillolina…
Quindi, la Filiera declinata è questa.
In Italia ci sono 500.000 bambini affidati ai Servizi Territoriali. Ogni anno ne escono circa 460.000. Se non freneremo questa espansione, le prossime generazioni saranno tutte affidate o adottate. Per questo stanno preparando un fertile terreno che recita più o meno così: “i bambini non sono dei genitori ma dello Stato”, “o della brama della vita”… La collusione del mercato dei bambini sta preparando il contesto culturale per garantirsi la propria sopravvivenza! Bisogna essere vigili e sbarrare la strada a questo subdolo tentativo!
Per Violetta – e quindi per tanti bambini come lei – c’è un punto che non va dimenticato.
Una delle motivazioni con le quali Violetta è stata arrestata è quella secondo cui ci fosse la necessità di resettare la bambina per evitare ipotetici rischi futuri alla sua salute psico fisica”; provocandole, invece, un danno certo e reale.
I bambini strappati – prigionieri e torturati in questi luoghi – non si può continuare ad ignorarli. Chi ignora, è complice. Salviamo Violetta. Fermiamo questo orrore”.