Abbiamo intervistato Stefano Puzzer, il leader della protesta dei portuali di Trieste. Puzzer, ricordiamo, da subito si è opposto alla norma di green pass obbligatorio per tutti i lavoratori, compresi appunto i portuali di Trieste. Le prime battaglie al porto avevano portato a manifestare decine di migliaia di persone. Bloccando in parte lo stesso traffico portuale. La polizia ha usato il “pugno duro”, sgombrando la protesta anche con l’uso degli idranti.

Martedì 2 novembre Puzzer si è allora recato a Roma. Ha improvvisato una provocazione in Piazza del Popolo, con un tavolo e delle sedie intorno, con apposto per ognuna un cartello. Ogni cartello aveva su scritto il nome di una persona un’istituzione o una Nazione. Dalle quali attendeva provocatoriamente una risposta: vi era un cartello con su scritto “Papa”. Poi un altro “Mario Draghi” e ancora “USA”, “Russia” e “Comunità Europea”. La “piccola provocazione”, come l’ha definita Puzzer, gli è costata la misura di Daspo da Roma per un anno, disposto dalla Questura di Roma. Con l’obbligo di lasciare la città entro le 21 di Mercoledì 3 Novembre.

L’intervista a Stefano Puzzer

Come ha preso questa decisione di daspo nei suoi confronti da parte della questura di Roma?

Dico la verità, appena mi hanno comunicato la decisione mi sono rattristito, rimanendo molto deluso. Dopodiché riflettendo, mentre ero lì fermo in questura, mi sono convinto che stiamo andando verso l’obbiettivo. Se sono stati capaci di mandare via una persona che non ha nemmeno manifestato. Che si è presentata a Roma pacificamente portando solo una piccola provocazione… essere allontanato per questo dalla capitale della mia nazione per un anno, mi ha fatto capire che questa provocazione è arrivata…

Lei ha fatto, come detto, un banchetto provocatorio, pensa che la misura nei suoi confronti sia eccessiva?

Quando parlo di piccola provocazione lo affermo perché abbiamo fatto prima delle proposte concrete. A cui non è stata data alcuna risposta, sentendoci quindi presi in giro. Questa provocazione è stata fatta per far capire che non molleremo fino a quando non avremo davvero un confronto interlocutorio con chi di dovere.

Pensa che ci sia quindi la volontà da parte del governo di mettere a tacere il dissenso di chi è contro il green pass?

Più che mettere a tacere stanno violando i principi della Costituzione. Siamo partiti da un principio di libera scelta, ovvero di non dover usare una misura che di sanitario non ha nulla. Questo sta svegliando le coscienze. Dopodiché adesso il governo sta andando oltre, sta andando contro la Costituzione. Secondo me andrà a finire che si uniranno tutti a questa battaglia.

Lei, oltre ad essere contro il certificato verde obbligatorio per chi lavora, si definisce anche un “no Vax”?

Sono vaccinato e quindi non posso essere un No Vax. Anche se posso dire che anche in virtù dell’informazione libera, tipo il programma “Report”, da ciò che ho visto sicuramente non farò la terza dose.

Ora cosa farà? Proseguirà la sua battaglia? E con che modalità?

Quello che è accaduto mi ha dato tanta determinazione e ancor più convinzione di essere nel giusto. Quindi non ho alcuna intenzione di mollare anzi, decideremo a breve le nuove iniziative.

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