Il green pass divide gli italiani, il super green pass ancora di più. Sono ormai circa 20 sabati consecutivi che in migliaia scendono in piazza, a Torino come in tante altre città, contro questo qr code.
Proteste che – aldilà di come la si pensi – hanno qualcosa di unico. In primo luogo non si ricordano così tante manifestazioni ogni settimana contro lo stesso motivo e con le stesse persone. Una cosa che andrebbe vista e studiata ma che i media mainstream fingono di non vedere. In secondo luogo, tanti pensavano che passata l’estate si sarebbero spente, e invece i presenti non sono mai meno mille. Nonostante tutta la politica istituzionale sia appiattita allo stessa unica visione: dal PD alla Lega sono tutti vaccinisti ma nessuno mette “l’obbligo”. Trovando una via di mezzo come questo “pass” per ristoranti, palestre, musei, ecc.
C’è però un altro tassello da aggiungere a queste proteste: in tanti, col “ricatto” del lavoro (e quindi del pane in tavola), si sono vaccinati pur essendone contrari. Ottenendo quindi il green pass e riconquistando qualche diritto a viaggiare, a mangiare e a lavorare (sic!).
E’ proprio qua però il fulcro dell’Opinione di oggi. Se si è contro il green pass, non si deve usare. Ok a lavoro, è un ricatto troppo grosso perchè tutti potessero restare fermi sulle loro idee. Ma al momento dell’uscita dal lavoro, chi contesta questa imposizione “verde” deve vivere come chi non lo ha.
Perchè fare i post sui social e le foto alle manifestazioni ma poi andare in palestra, al ristorante o al museo relega la “protesta” ad essere un fuoco di paglia. Immaginiamo Draghi e Speranza compiaciuti: “si lamentano ma tanto fanno ciò che diciamo”. E se invece non fosse così, con un 30% di popolazione che smette di fare ciò che è vietato a chi non ha voluto vaccinarsi, rimanendo in pace con la propria coscienza? Quanti euro in meno nell’economia nazionale? Quanti problemi di gestione per il governo?
E allora sì, che dovrebbero tornare indietro per evitare il crollo totale.