A sinistra si raccolgono le firme per l’ennesima tassa: la patrimoniale, già tanto osteggiata trasversalmente ma che torna di moda. La sinistra, con parte del Pd in appoggio, aveva già tentato di inserire la patrimoniale nell’ultima legge di bilancio. L’emendamento era firmato da Fratoianni di Sinistra Italiana e Orfini del PD.Ma anche Liberi ed Uguali era favorevole per “tassare i ricchi”. Ma fu l’avvento di Draghi a spegnere il fuoco della patrimoniale della sinistra.

La sinistra e la patrimoniale: ecco cosa vorrebbero far firmare

Ora è proprio Sinistra Italiana a lanciare la raccolta firme. Con proprio l’Onorevole Fratoianni alla guida.
Il testo della proposta di legge chiede che venga istituita “un’imposta ordinaria unica e progressiva sui grandi patrimoni. La cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500.000 euro. Derivante dalla somma delle attività mobiliari ed immobiliari al netto delle passività finanziarie. Posseduta sia in Italia che all’estero, da persone fisiche, la cui aliquota è stabilita in misura pari allo 0,2% per una base imponibile di valore compreso tra 500.000 euro e 1 milione di euro”. In compenso verrebbero – per gli strenui difensori della patrimoniale – eliminate Imu e imposte di bollo su conti correnti e conti deposito.

I rischi di questa legge

“A pagare sarebbe appena il 5% della popolazione italiana, i super ricchi. E potremmo ottenere oltre 10 miliardi di euro l’anno”. E’ la giustificazione. Però i ricchi descritti sono proprio quelli che dichiarano i loro patrimoni, ovvero sono gli stessi che pagano già laute tasse in percentuale ai loro guadagni. Il rischio sarebbe, inoltre, che si spostino all’estero a produrre. Per evitare un’ulteriore tassa solo a loro.

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