La campagna per le elezioni comunali di Bolzano vede, fin dai primi giorni, penalizzata la compagine di CasaPound sui social network. A darne l’annuncio è lo stesso movimento che in una nota accusa di censura la multinazionale di Mark Zuckerberg, responsabile della chiusura e dell’eliminazione delle pagine politiche e profili personali dei suoi candidati.
Facebook non è nuovo a questo tipo di azioni arbitrarie. Già nel settembre scorso, il colosso dei social chiuse in pochi giorni tutte le pagine e i profili di militanti e simpatizzanti in tutta Italia, senza reali motivazioni. Questo costò alla multinazionale americana ben due sconfitte giudiziarie che la costrinsero a riattivare la sola pagina nazionale di CasaPound.
“Impossibilità di pubblicare il simbolo con la tartaruga frecciata o la semplice scritta ‘CasaPound’ – dichiara il coordinatore regionale di Cpi, Andrea Bonazza – bloccati o eliminati account che pubblicavano l’immagine del sottoscritto, di Simone Di Stefano o del nostro candidato sindaco Maurizio Puglisi Ghizzi. Tutto in piena campagna elettorale, contravvenendo alla Costituzione italiana e alle regole elettorali e di par condicio previste dall’ordinamento democratico”.
In queste ore i legali di CasaPound stanno lavorando affinché Facebook ripristini le pagine e i profili dei candidati, permettendo il regolare svolgimento della campagna elettorale a un soggetto politico che si presenta regolarmente alle elezioni dopo 5 anni di lavoro in consiglio comunale.
“Mentre eravamo già penalizzati dal boicottaggio della stampa locale e nazionale – continua Bonazza – con l’accusa di incitazione all’odio e alla violenza FB ha eliminato post sulla nostra attività consiliare all’interno delle istituzioni, analisi politiche sul prossimo referendum costituzionale e, addirittura, immagini con i nostri militanti accorsi in aiuto nelle zone terremotate o in attività a sostegno dei disabili. Un trattamento censorio degno del peggior regime sovietico riservato unicamente ai soggetti, come CasaPound, scomodi per la sinistra e per pensiero unico globalista”.