La giustizia sociale non è null’altro se non la trasposizione del concetto di armonia nelle dinamiche sociali.
Un concetto che discende a sua volta da quello geometrico di proporzione armonica, ovvero di economia della vita intesa come equilibrio delle parti tra loro e con il tutto.
La giustizia sociale è incompatibile con il paneuropeismo e la globalizzazione in genere perché la mortificazione dell’ordine interno delle parti sociali prodotta da una normazione sovraordinata genera disequilibrio essendo demandata la disciplina del vivere ad un organismo terzo (parlamento europeo e commissioni europee) che il cittadino dello Stato membro non riconosce come superiore. Pare infatti del tutto lecito e logico non riconoscere il carattere della superiorità a chi sia portatore di interessi contrastanti con i propri.
Questa disarmonia produce dapprima una sensazione di disagio individuale che può trasformarsi, allorché si innesca il detonatore dell’incertezza economica e delle limitazioni delle libertà personali determinate da una pandemia di incerta origine, in aperto dissenso sociale.
Quando l’ineletto “Gestore” di Volturara Appula afferma che sarà la Storia a giudicarlo per il suo operato esprime inconsapevolmente un vaticinio con cui probabilmente, con la crisi economica prevista per la prossima primavera ed il venir meno del “blocco dei licenziamenti”, dovrà suo malgrado confrontarsi. Questo in quanto l’armonia sociale è anche Etica e talvolta, la Storia ci insegna, in presenza di sue alterazioni viene fatto ricorso a correttivi.