L’Italia ha deciso di espellere Najeem Osema Almasri Habish, comandante libico e presunto torturatore, arrestato a Torino e poi rimpatriato in Libia. L’arresto, avvenuto in un hotel torinese, ha portato alla sua breve detenzione presso il carcere delle Vallette. Dopo la mancata convalida da parte della Corte d’Appello di Roma, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha optato per l’espulsione immediata, motivata dalla pericolosità del soggetto.

Durante un’interrogazione parlamentare, Piantedosi ha spiegato che Almasri rappresentava una minaccia per la sicurezza nazionale, come evidenziato dal mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale il 18 gennaio. Ai sensi dell’articolo 13 del Testo unico sull’immigrazione, il provvedimento è stato giustificato dalla necessità di proteggere lo Stato.

Le polemiche politiche e lo scandalo internazionale

Il caso di Almasri ha generato un’ondata di critiche. Una volta espulso e giunto a Tripoli, l’ex comandante è stato accolto come un eroe, sollevando interrogativi sull’operato del governo italiano. Le opposizioni, guidate dal Partito Democratico e dai Cinque Stelle, hanno accusato l’esecutivo di aver agito per convenienza politica, evitando un confronto trasparente.

La posizione del governo: espulsione immediata e legittima

Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, ha difeso l’operato dell’esecutivo, affermando: “La magistratura ha disposto la scarcerazione e il governo ha agito nell’immediato per espellere un soggetto pericoloso”.

Nonostante ciò, la vicenda continua a suscitare polemiche a livello nazionale e internazionale, con la Corte Penale Internazionale che ha chiesto chiarimenti sul rimpatrio di Almasri, avvenuto attraverso un volo organizzato dai servizi segreti italiani.

Conclusioni e domande aperte

Il caso Almasri solleva questioni rilevanti sulla gestione dei rapporti tra sicurezza nazionale, politica estera e rispetto dei diritti umani. Le critiche all’operato del governo mettono in luce la complessità di bilanciare interessi politici e responsabilità internazionali.

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