La comunicazione del cane si basa su tanti canali e si avvale di molti strumenti.
Un canale/strumento comunicativo molto importante ma poco conosciuto dagli umani, è l’utilizzo dello spazio. Lo spazio, inteso proprio come centimetri e metri, costituisce una risorsa e viene utilizzato dai cani per dialogare con umani, altri cani, il mondo.
Ciò di cui sto parlando non ha a che vedere con la grandezza della casa in cui un cane vive o la presenza di un giardino, piuttosto ha a che vedere con la possibilità, nelle situazioni quotidiane, di “prendere spazio” ad esempio da ciò spaventa, allerta, preoccupa oppure di “ridurre lo spazio” per approssimarsi a ciò che incuriosisce, interessa, piace.
Capita spesso di vedere cani che di fronte ad una difficoltà saggiamente vorrebbero allontanarsi (si osservano nei centri commerciali affollati, nelle vie del centro, agli aperitivi), prendendo appunto spazio mettendo distanza, ma che viceversa vengono invitati dai loro umani a stare lì o addirittura ad avvicinarsi a chi o ciò che li ha preoccupati. Alcuni cani sopportano, altri invece poiché messi alle strette, non potendo comunicare e stare meglio frapponendo metri di distanza, iniziano a dare segni di insofferenza: qualcuno abbaia, qualcuno si gratta, qualcuno inizia a voler allontanare ciò che lo preoccupa magari provando ad usare i denti.
E’ un po’ come se noi volessimo usare lo smartphone indossando dei guanti di lana: non ci riusciremmo ed inizieremmo a provare frustrazione, inadeguatezza o forse anche arrabbiatura.
Per un cane lo “spazio” è comunicazione esattamente come lo è per noi usare un telefono, e non potere usare il telefono è fonte di malessere perché non ci permette di pianificare, concordare, semplicemente dire sì oppure no.
Se ai cani viene data, sin da piccoli, la possibilità di prendere distanza da ciò che crea malessere allora essi si saranno allenati a farlo e non manifesteranno segnali di disagio. Per alcuni cani sono sufficienti pochi centimetri di distanza per stare bene, per altri alle volte non bastano decine di metri.
Osservando i cani e permettendo loro esprimere scelte ho potuto osservare che se non possono o non vogliono muoversi da un territorio rivolgono a noi la richiesta di dare spazio: ad esempio in un gruppo di maremmani a tutela di un gregge saranno presenti individui che specificamente si impegneranno ad allontanare le persone o altri animali dalla fonte che devono tutelare, oppure un cane di canile potrebbe dichiarare di non amare l’invasione nella sua area semplicemente strusciandosi contro la rete del box, comunicando a tutti che quella è una linea di confine da non superare.
I cani sono molto meno banali di quanto possiamo immaginare: comunicano in maniera minuziosa ed articolata con un idioma specifico e complesso. Imparare a comprendere ciò che quotidianamente ci dicono rappresenta il traguardo per una sana e dignitosa convivenza.