Per spiegare la storia bisogna tornare indietro al 2018, giorno in cui la polizia di Torino effettua una serie di perquisizioni nel circolo “sovranista” di via Cellini 22. L’Asso di Bastoni, ma non solo: anche a casa di alcuni militanti.

La perquisizione arrivò dopo controlli simili ad alcuni centri sociali (di sinistra) torinesi. Circostanza che fece lamentare i militanti di CasaPound “sembra che queste cose accadano per dare un colpo al cerchio e uno alla botte”, spiegarono all’epoca i militanti. Dicendo da subito che era tutto basato su episodi non avvenuti come indicato e indicando la propria innocenza.

Quello che fece “scalpore” all’epoca fu la “denuncia” delle autorità per materiale trovato nella sede. Nulla al di fuori della legge, ma che messo su un tavolo poteva fare “sembrare chissà cosa”, spiegarono i militanti. “Tutta roba presa dalla cantina in cui non andiamo mai. Assi di legno rotte e rotoli di manifesti che dipingono come un arsenale che non esiste”.

Oggi il tribunale ha dato ragione ai militanti sovranisti: “tutti assolti” annunciano con un post sulla pagina facebook del circolo. Lamentandosi dei “titoloni” dei giornali (soprattutto di sinistra) dell’epoca.
“Nessuna condanna. Non capiamo il senso delle perquisizioni a caso, non è la prima volta che succede. Non capiamo il senso di parlarne con toni così alti, senza chiedere nulla ai diretti interessati. Ma non importa. Ciò che importa è che la verità venga a galla” concludono i ragazzi che, a quanto pare, avevano ragione.

“Quello che facciamo è sotto la luce del sole. Lottiamo accanto ai cittadini nei quartieri dimenticati dalle istituzioni, consegniamo pacchi alimentari a quasi 100 famiglie in crisi al mese. Supportiamo la protezione civile nelle calamità naturali, abbiamo un gruppo ecologista, oltre 200 tesserati” raccontano dall’Asso di Bastoni. “Non ci potranno mai demonizzare perchè la gente che ci conosce sa ciò che siamo e che facciamo“.

Rispondi