Novità che fanno molto discutere in un mondo scolastico universitario sempre più povero, sia in termini di finanziamenti sia in termini di contenuti. Ora arriva la proposta, direttamente dall’Università di Torino, del riconoscimento del personale in transizione di genere.
Il riconoscimento degli studenti in transizione di genere, con l’introduzione del doppio libretto universitario, era stato istituito nel 2003. Oggi invece è stato esteso il riconoscimento anche a tutto il personale. Dal 2013 è infatti prevista per gli studenti una nuova procedura per la fruizione dei servizi telematici e informatici sulla base di “un’identità provvisoria, transitoria e non consolidabile” per il rilascio di smart-card, account di posta elettronica e targhette identificative.
Tale identità “inscindibilmente associata a quella riferita all’identità anagrafica legalmente riconosciuta”, ora potrà essere adottata anche da tutto il personale dell’Ateneo.
“Una scelta – spiega il rettore Stefano Geuna – che serve a garantire il benessere psico-fisico di coloro che studiano e lavorano in Ateneo. E per favorire la realizzazione di un ambiente inclusivo. Siamo stati i primi in Italia a introdurre doppio libretto e carriera alias per gli studenti: questo è un ulteriore passo nella battaglia contro le discriminazioni”.
Sono molte le perplessità sulla vera utilità della doppia identità di genere, ricordando alcuni episod. Ad esempio, nelle carceri canadesi i prigionieri maschi chiedevano di essere inseriti nelle sezioni femminili perché si sentivano donne. Gli stessi, poi, si sono macchiati di reati di stupro proprio all’interno dei carceri femminili.